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Aggiornato: 1 giugno 2025
44 Il conforto ch'io prendo, è che di quanti per dieci anni mai fur sotto al mio tetto (ch'a tutti questo vaso ho messo inanti), non ne trovo un che non s'immolli il petto. Aver nel caso mio compagni tanti mi d
88 Quale è colui che prima oda il tumulto, e de le sacre squille il batter spesso, che vegga il fuoco a nessun altro occulto, ch'a sé, che più gli tocca, e gli è più presso; tal è il re Carlo, udendo il nuovo insulto, e conoscendol poi con l'occhio istesso: onde lo sforzo di sua miglior gente al grido drizza e al gran rumor che sente.
allor si mosse contra 'l fiume, andando su per la riva; e io pari di lei, picciol passo con picciol seguitando. Non eran cento tra suoi passi e miei, quando le ripe igualmente dier volta, per modo ch'a levante mi rendei. Ne' ancor fu cosi` nostra via molta, quando la donna tutta a me si torse, dicendo: <<Frate mio, guarda e ascolta>>.
A lui dicea: fa ch'a marciar si metta La gente d'armi, ed a me venga appresso; Io me ne vo col
Ella, che sa quanto languisce, e quanto Ne le vene Ottoman chiude d'ardore, Creder non vuol, che di Sultana al pianto Non pieghi alfine intenerito il core. Dunque sen vola; e su per l'aria intanto Lascia il sembiante, e l'infernal terrore, Fassi Licasta, ch'a Sultana in culla Diè la mammella, e la nudrì fanciulla.
Appresso mosse a man sinistra il piede: lasciammo il muro e gimmo inver' lo mezzo per un sentier ch'a una valle fiede, che 'nfin la` su` facea spiacer suo lezzo. Inferno: Canto XI In su l'estremita` d'un'alta ripa che facevan gran pietre rotte in cerchio venimmo sopra piu` crudele stipa;
Tal costui venne, e col lucente acciaro L'elmo gemmato ad Ottoman percote; Mille accese faville al cielo andaro, E sonaro le piaggie indi remote; I gran diamanti, onde l'elmetto è chiaro, Il brando, ben che fin, spezzar non pote; Ben del feroce Re l'animo accese, Ch'a lui si volse, e sul terren lo stese.
Quando per dilettanze o ver per doglie, che alcuna virtu` nostra comprenda l'anima bene ad essa si raccoglie, par ch'a nulla potenza piu` intenda; e questo e` contra quello error che crede ch'un'anima sovr'altra in noi s'accenda. E pero`, quando s'ode cosa o vede che tegna forte a se' l'anima volta, vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede;
Pur troppo il negro fumo mi molesta, che dal fuoco infernal qui tutto esala. Il duca stupefatto allor s'arresta, e dice all'ombra: Se Dio tronchi ogni ala al fumo, sì ch'a te più non ascenda, non ti dispiaccia che 'l tuo stato intenda.
So ben ch'a donna non si può far cosa che più soave e più piacevol sia, ancor che se ne mostri disdegnosa, e talor mesta e flebil se ne stia: non starò per repulsa o finto sdegno, ch'io non adombri e incarni il mio disegno. 60 Ecco pel bosco un cavallier venire, il cui sembiante è d'uom gagliardo e fiero: candido come nieve è il suo vestire, un bianco pennoncello ha per cimiero.
Parola Del Giorno
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