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Aggiornato: 1 giugno 2025
11 Indosso la corazza, l'elmo in testa, la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo; e più leggier correa per la foresta, ch'al pallio rosso il villan mezzo ignudo. Timida pastorella mai sì presta non volse piede inanzi a serpe crudo, come Angelica tosto il freno torse, che del guerrier, ch'a piè venìa, s'accorse.
Quivi senz'altro aiuto si concluse che liberare i duo fratelli ponno. Intanto sopravenne e gli occhi chiuse ai signori e ai sergenti il pigro Sonno, fuor ch'a Ruggier; che, per tenerlo desto, gli punge il cor sempre un pensier molesto.
25 Il signor de la rocca, che venìa quest'istoria additando a Bradamante, mostrato che l'ebbe Ischia, disse: Pria ch'a vedere altro più vi meni avante, io vi dirò quel ch'a me dir solia il bisavolo mio, quand'io era infante, e quel che similmente mi dicea che da suo padre udito anch'esso avea;
Onde così parlò: felice appieno Il grembo di colei, ch'a noi ti diede, Qualunque è stata; e non felice meno La patria terra, ove fermasti il piede; Quale veggio splendor? quale sereno Che del bel di l
119 Presso alla porta ove Grifon venìa, siede a sinistra un splendido castello, che, più che forte e ch'a guerre atto sia, di ricche stanze è accommodato e bello. I re, i signori, i primi di Soria con alte donne in un gentil drappello celebravano quivi in loggia amena la real sontuosa e lieta cena.
Presti alle teste lor, ch'eran scoperte, posero gli elmi, e presero i destrieri: ed ecco un cavalliero e una donzella lor sopravien, ch'a pena erano in sella.
57 Ove sono a noi tolti questi aiuti, e tante mila son dei nostri morti; e quei ch'a venir han, son gi
Nol vedendo apparir, volse da sezzo egli esser quel ch'a ritrovarlo andasse; ma, come costumato e bene avezzo, non prima il paladin quindi si trasse, che con dolce parlar grato e cortese buona licenza dagli amanti prese.
40 Nimico è sì costui del nostro nome, che non ci vuol, più ch'io vi dico, appresso, né ch'a noi venga alcun de' nostri, come l'odor l'ammorbi del femineo sesso. Gi
Sarra e Rebecca, Iudit e colei che fu bisava al cantor che per doglia del fallo disse 'Miserere mei', puoi tu veder cosi` di soglia in soglia giu` digradar, com'io ch'a proprio nome vo per la rosa giu` di foglia in foglia. E dal settimo grado in giu`, si` come infino ad esso, succedono Ebree, dirimendo del fior tutte le chiome;
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