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E quel giorno, per l'appunto, il sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia batteva il telegrafo per domandare al questore di Milano in quale albergo si trovasse ad alloggio un signor Prospero Gentili, di cui dava tutte le indicazioni necessarie. Sar

La signorina Adele Ruzzani, poichè questo è il nome della ragazza, è qui, sempre giusta le voci che corrono in Castelnuovo, col suo zio e tutore signor Prospero Gentili. Di buona voglia, adunque? notò il priore. Sembra; disse quell'altro.

Il sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia atteggiò le labbra ad un sorriso tra l'arguto e il melenso, che rispondeva benissimo allo stato particolare di un uomo, il quale per ragione dell'ufficio dovesse indovinare a volo e che frattanto avrebbe voluto essere aiutato un pochino. Una meraviglia! esclamò egli avvicinandosi e cercando di guadagnar tempo.

Come Dio volle, il sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia se ne andò, accompagnato dai due "satelliti del potere". Si stropicciava le mani, il degno personaggio, passando il ponte dell'eremo. Gli auspici sono favorevoli; diceva egli tra .

Erano poco più delle 9 di sera, e Garibaldi, Leggero, Guelfi e Serafini scesero la breve scala che conduce per mezzo delle stanze terrene alla porta segreta che si apre nella vallata deserta. Quivi Angiolo Guelfi si separò dai cari esuli con addio breve, ma pieno di dimostrazioni d'affetto dall'una e dall'altra parte; ciò fatto, richiuso l'uscio esterno, tornava nel piano superiore della casa Serafini, studiando di mostrarsi tranquillo, mentre col pensiero angosciato precorreva i pericoli cui quella notte decisiva andavano incontro gli illustri proscritti. Uscirono i tre silenziosi, e armati di tutto punto, nella vallata. Precedeva il Serafini, seguiva Garibaldi, veniva ultimo il Leggero, e percorrendo lungo le mura del castelletto per sentiero dirupato, sboccarono sulla via che era in que' tempi sterrata, o come suol dirsi, a bastina, e volgendo a sinistra si avviarono alla Croce della Pieve. Pochi passi avanti di giungervi, il Serafini col suo solito zelo, pregò i compagni di ritirarsi per un poco nel bosco che ivi fiancheggia la via, ed esso volle andare a speculare il luogo, e vedere da stesso se i cavalli erano al posto da lui designato. Trovò tutto nell'ordine voluto, li sciolse, ne aggiustò le redini, e li pose tutti tre in fila, ove stettero, essendo in tal guisa ammaestrati. Chiamò allora i profughi, e posti in sella prima Garibaldi, poi Leggero, salì esso sul terzo, e a trotto serrato e uniforme presero la strada di Castelnuovo, essendo gi

Fortunatamente per le mie povere gambe, la malinconia gli è girata verso il convento dei matti.... Oh, scusate! Ripeto quel che si dice comunemente a Castelnuovo. Sebbene, tutto sommato.... via! siamo giusti.... un fil di pazzia ce lo avete. Dev'essere l'aria di San Bruno. Tanto è vero, che questo filo mi sembra di avercelo anch'io.

Il duca di Francavilla fece una risatina melensa, indi si morse le labbra e tornò a sfogliare il suo albo. Fu una gran confusione, un pandemonio, nel salotto della sottoprefettura di Castelnuovo Bedonia. E in verit

Il degno rappresentante del governo in Castelnuovo Bedonia non badò neanche più a dissimulare la sua ignoranza. Quella notizia così inattesa, così stravagante, lo aveva colto in pieno, lo aveva sbalordito.

Partirete domani, se così vi piace; soggiunse il padre Anacleto. Dopo tutto, meglio così. E ditemi.... Dove andrete? A Castelnuovo; rispose il serafino, chinando la testa.

Propongo un altro metodo; entrò a dire il ricevitore del registro. Sono quattordici, i frati di San Bruno? Si va col sindaco e con quattordici ragazze da marito. Bella trovata! gridò la signora Morselli. Resta a vedersi se le ragazze di Castelnuovo si degneranno di fare la strada per quei quattordici sciocchi. Gi