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Aggiornato: 15 giugno 2025
Arezzo, se nol sapete, era ghibellina nell'anima. Spinello Spinelli era un bel giovinottino, nato pittore come Giotto, e inclinato fin da fanciullo ad operare nel disegno tali miracoli, che non si sarebbero creduti possibili senza la disciplina di ottimi maestri. Jacopo di Casentino, veduti i suoi tocchi in penna, lo aveva voluto a bottega.
Messer Dardano meravigliò in cuor suo che Spinello avesse fatto prova di tanta fantasia. Forse, ce n'era più che il pittore non avesse mostrato mai; perchè, se non sapete, lo scolaro di mastro Jacopo di Casentino ora salito in gran fama per la sua eccellenza nel trattare soggetti più quieti e nel dare espressione di gravit
Messer Luca, disse Jacopo di Casentino, quello d'oggi non è un invito in pompa magna. Si faranno quattro chiacchiere tra noi, mentre i nostri ragazzi ne faranno mille tra loro, senza dar retta alle nostre. Ma questi sponsali vogliono essere celebrati con una festa di famiglia, che faremo domenica, se vi piace. Tuccio di Credi avvertir
Fu questo il commiato di mastro Jacopo di Casentino ai suoi degni scolari, Angiolino Lorenzetti, detto il Chiacchiera, Lippo del Calzaiolo e Cristofano Granacci.
E oltre a ciò, vicino allo stremo della sua vita, nell'alpi di Casentino per una alpigina, la quale, se mentito non m'è, quantunque bel viso avesse, era gozzuta. E, per qualunque fu l'una di queste, compose piú e piú laudevoli cose in rima.
Dico bottega, per andare coi tempi; ma oggi si dovrebbe dire studio, perchè mastro Jacopo da Casentino era un pittore, e meritamente annoverato tra i migliori del suo tempo.
Jacopo di Casentino diede un balzo e guardò il migliore de' suoi discepoli con aria tra maravigliata e scontrosa. Che c'entra madonna Fiordalisa? diss'egli interrompendolo. Eh, c'entra in questo modo, rispose Parri della Quercia, che nei quattro tocchi di cui parlavamo dianzi, quando voi siete capitato.... Eccoli qua, del resto; non ci vedete il ritratto di madonna Fiordalisa?
Ma se vi ripetevo i casi di Berlinda e le bricconate di Barbablù, che cosa avreste imparato? Ditemelo! Un Baratto. Quand'ero bambina, i miei genitori solevano passare qualche mese in certa loro villetta del Casentino, dov'era un gran bello stare, tanto per l'aria pura e balsamica, quanto per la vita semplice e alla buona che menavamo.
Aveva indovinato, e accolse l'annunzio del padre con un eloquente silenzio. Eloquente per noi, che sappiamo tutto; non per Jacopo di Casentino, che non sapeva nulla dell'animo di sua figlia. Orbene, disse egli, dopo un istante di pausa, così ricevi la mia notizia? Padre mio. balbettò Fiordalisa, chinando la fronte, quello che voi farete... sar
Vedete, ad esempio, il nostro bravo messer Jacopo di Casentino. Il vecchio scolaro di Taddeo Gaddi, il degno continuatore della tradizione di Giotto, indovinava facilmente che quel giovinottino da lui preso a bottega, quando avesse fatto un tantino di pratica nel maneggio dei pennelli, sarebbe diventato di schianto un artista insigne, un maestro, da lasciarsi addietro i migliori del suo tempo. E per lui, per quell'aquilotto che metteva appena i bordoni, mastro Jacopo aveva smosso il suo piglio burbero; per lui trovava le parole amorevoli, la placida assiduit
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