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Non ti credo, non ti credo ripetevo a quell'uomo, io diventata malvagia e scettica. Poi egli non credette più a me, mi vedeva sempre distratta, assorbita, scossa da subitanee paure, o perduta in esaurimenti mortali. Tu non mi ami, tu sei lontana di qui; la tua anima è assente; oh ritorna, ritorna! egli mi supplicava.

Ma se vi ripetevo i casi di Berlinda e le bricconate di Barbablù, che cosa avreste imparato? Ditemelo! Un Baratto. Quand'ero bambina, i miei genitori solevano passare qualche mese in certa loro villetta del Casentino, dov'era un gran bello stare, tanto per l'aria pura e balsamica, quanto per la vita semplice e alla buona che menavamo.

Ed omai, ripensando a quei due amori che s'erano disputato a lungo il mio cuore, ripetevo con amarezza un verso altre volte citatomi da Massimo: Il ben ch'è mio davvero, è il ben che sparve! «Presi le lettere di Max, belle, poetiche, eleganti, appassionate, strane, e mi posi a leggerle pensando: «Se potessi amarlo ancora!

Pensavo ch'egli avrebbe impiegato meglio il suo ingegno e il suo tempo terminando quel suo Centauretto che ruzzava tra l'erba e pareva uscito dalle mani di uno scultore ateniese dei tempi di Fidia, quantunque lasciato non finito con la scusa che il ragazzo servitogli da modello era morto ed egli non aveva più trovato chi potesse sostituirlo. Glielo ripetevo ogni volta che tornava a tentarmi.

"Io li vedrò" ripetevo dentro di me. "Vedrò cadere i fiori, nascere le foglie, crescere i frutti, colorirsi, maturarsi, distaccarsi." Questa assicurazione, gi

Ma io ripetevo a me stesso:

Ah, a una cura elettrica! ripetevo io con uno stupore ingenuo, come un uomo ignaro, volendo solleticare la vanit

Sorrisi della bizzaria del caso, e se mi fossi contentato di ammirarla da lontano come la prima, non ci sarebbe stato nulla di reprensibile... ma un pensiero infernale attraversò la mia mente, come una tentazione del diavolo!.. Se mi vendicassi?.. io pensai... ah! l'uomo che ha ricevuto le lezioni dell'amore impara a vivere, dissi fra me... e passati i vent'anni l'amor platonico non è più di stagione... Io non intendo, ripetevo a me stesso, io non intendo passare la vita adorando le donne a venti metri di distanza... perchè si burlino poi di me, e mi voltino le spalle... E meditando l'abbandono della contessa Savina... e pensando alla offesa ricevuta dal mugnaio... mi passò per la mente questa idea infernale: se mi vendicassi con una vendetta complessiva degli oltraggi dell'amore... e della farina?... della contessa... e del mugnaio?...

Il mio pensiero riposava nella visione dell'umile cameretta di Santa Lucia, ove mi sarei rifugiato a momenti, gettando nel golfo la clava del supremo arbitrio, ridivenendo il solito luogotenente d'ordinanza. E ripetevo, scherzando, a mia moglie un brano di Molière: Ils m'ont fait médecin malgré mes dents. Je ne m'étais jamais mêlé d'être si savant qua cela.

Ed io dicevo: "È vero!... I giorni miei "Passan senza splendori! "Oh, quante notti fra i bicchier perdei! "E quante fra gli amori!" E ripetevo: "La scienza è la luce "Che feconda gli ingegni! "È la guida infallibil che conduce "A inesplorati regni!" Poscia, rinchiuso nella stanza mia, Quella notte vegliai; Degli intravisti carmi l'armonia Mi si aperse e pensai: Scienza, che debbo chiederti?