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Aggiornato: 15 giugno 2025


Quivi dal signor della terra e ricevuto e onorato fu volentieri e sovvenuto. Quindi in Toscana tornatosene, per alcun tempo fu col conte Salvatico in Casentino. Di quindi fu col marchese Moruello Malespina in Lunigiana. E ancora per alcuno spazio fu co' signori della Faggiuola ne' monti vicini ad Orbino. Quindi n'andò a Bologna, e da Bologna a Padova, e da Padova ancor si ritornò a Verona.

Così visse Jacopo di Casentino, ignorando di vivere. Ma, due mesi dopo la perdita della sua Fiordalisa, anch'egli trovò la via dell'eterno riposo. Non aveva potuto serbare in vita la figlia morì, credendo di ricondurla egli stesso a sua madre. Non compiangete mastro Jacopo. Assai più di chi muore è da compiangere chi vive, condannato ad una esistenza in cui gli sia venuta meno ogni gioia.

Solo da pochi anni i pittori avevano istituita in Firenze la loro confraternita speciale, e mastro Jacopo di Casentino, che v'era ascritto dei primi, aveva dipinto per l'oratorio di quella un San Luca che ritrae la Nostra Donna in un quadro. Ma ciò non bastava ancora a nobilitare i pittori, poichè, lo sapete, tutte le distinzioni hanno mestieri di pigliar lustro dal tempo.

Nel 1869 con Felice Giordano, Giovanni Battista Rimini ed Igino Cocchi fondava in Firenze un'altra Sezione del Club Alpino, che presiedette poi sino ai suoi ultimi giorni e che sotto di lui ha compiute importantissime opere, quali la pubblicazione di Annuari, di un Catalogo della biblioteca sezionale, delle Guide dei Bagni di Lucca, delle dimore estive in Toscana, del Casentino, di Vallombrosa, di Montepiano, ecc., la costruzione di sentieri, al Callare di Matanna ed al Procinto, fra la Garfagnana e la Versilia, il rimboschimento al Capo d'Arno, e di larghe estensioni di terreno in diverse regioni dell'Appennino Toscano e delle Alpi Apuane, l'impianto di alberghi, il collocamento di migliaia di pesci nei torrenti, la fondazione delle Stazioni Alpine di Stia, di Lucca, di Prato, la costruzione del Ricovero Dante sul Monte Falterona e quello al Lago Scaffaiolo nella montagna Pistoiese.

Ciò detto, maestro Jacopo si allontanò dal crocchio dando una poderosa alzata di spalle. Al quale atto il Chiacchiera rispose per tutti, facendo le boccacce. Poco stante si affacciava un giovinotto sull'uscio della bottega. È qui mastro Jacopo di Casentino? chiese egli con aria peritosa. È qui; rispose il Chiacchiera. Che cosa volete da lui?

Rimasto alcuni anni col Gaddi, come a provar le sue forze, e persuaso oramai di poter volare da , Jacopo era tornato nel suo Casentino, e in Pratovecchio, in Poppi e in altri luoghi della valle medesima, aveva dato mano a molte opere di cui s'era vantaggiata la sua fama, non così la sua borsa.

Che cos'è accaduto? La vecchia zia si fece innanzi e condusse il sagrestano sull'uscio. Dite al curato che venga per le preghiere dei defunti; gli bisbigliò con voce soffocata dalle lagrime. Fiordalisa è morta. La sventura toccata a mastro Jacopo di Casentino fu profondamente sentita in Arezzo. Il vecchio pittore aveva molti amici, ed era ben voluto anche da coloro che lo conoscevano appena.

Tuccio di Credi aveva portati in pace, o giù di li, gli inviti del Casentino; aveva mandati giù, senza troppo dolersi, gl'inviti di Firenze; aveva rizzato muso agl'inviti di Pisa, ma non si era arrischiato a dir nulla. Ma non portò in pace, non mandò giù, non lasciò correre senza proteste, gl'inviti di Pistoia. O perchè? Aspettate, lettori umanesimi, e vedremo di sapere anche questo.

Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; Giovanna o altri non ha di me cura; per ch’io vo tra costor con bassa fronte». E io a lui: «Qual forza o qual ventura ti travïò fuor di Campaldino, che non si seppe mai tua sepultura?». «Oh!», rispuos’ elli, «a piè del Casentino traversa un’acqua c’ha nome l’Archiano, che sovra l’Ermo nasce in Apennino.

Le ossa del vecchio pittore ebbero tomba onorata in Sant'Agnolo, badia dell'ordine dei Camaldoli, fuori di Prato Vecchio, nelle cui vicinanze i parenti avevano condotto il povero pazzo, sperando che le aure natali del Casentino potessero ridare un po' di calma al suo spirito. Ma anche quell'ultima speranza fu vana.

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