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Aggiornato: 17 giugno 2025
Oh, io t'amo ancora; t'amo come la terra ama il sole che la feconda, come il ruscello ama il mare che lo bacia, eppoi muore. Mi sono avvinta alla tua esistenza come l'edera intorno alla quercia; niuna forza umana mi vi può strappare. Ho i tuoi giuramenti, tu hai i miei, e che ci abbisogna di più per vivere santamente felici?
Era quello che con tanto studio io cercava: certo il pellegrino non bacia tanto devotamente la Madonna della santa casa di Loreto, come io toccai le soglie di questo palazzo, col proponimento di circondare il Cènci di solitudine e di desolazione.
Cara. Ti perdono e ti benedico. Tiene la sua testa abbracciata sul petto, poi la bacia in fronte. La lascia andare. Passeggia. Va alla finestra. Guarda fuori. Che bella notte! Vieni qui. Non hai freddo? No. Hai detto un no, come lo dicevi da bambina, lungo lungo, con tante vocali. Nooo. Sei poco mutata! Ti rivedo ancora colla faccia.... Si interrompe per guardar fuori fisso. Poi ripiglia.
Oh tristo il giorno, oh trista l'ora, quando Giace nella sua cuna egro il bambino, E la giovine madre sospirando Ad ogn'istante riede a lui vicino, E invan teneri detti prodigando Tien sulle amate labbra il petto chino, Ma l'offerta mammella ei bacia appena, E non la sugge, ed a vagir si sfrena! Oh con qual lutto miserando allora La spaventata si rivolge a Dio!
Un profondo silenzio. L'orchestra non ha applaudito; Kalas si volta; con gesto lento incrocia le braccia, e guarda il Professore. Ma il Professore sta cercandosi in tasca il fazzoletto. Si soffia il naso, e non guarda nessuno. Allora Kalas scende dal suo scanno, e prendendo solennemente una manina di Anne-Marie se la porta alle labbra e la bacia.
A cenni d'occhi e mani nobilmente e fiutando tabacco, Filinoro fe' i tre cavalli attaccar prestamente, e lascia il quarto che vale un tesoro. L'oste gli è intorno e gli bacia umilmente con la berretta in mano il gheron d'oro. Filinor parte e l'oste inchina il cocchio insin che può discoprirlo con l'occhio. Or qui potria domandarmi il lettore che cosa avvenne poi del cavalcante.
La osserva un momento, poi: Piero, guarda. Si curva, e posa le labbra sui capelli di NICOLETTA. Poi torna vicino a PIERO, gli prende la testa tra le mani e lo bacia e ribacia teneramente sui capelli e sugli occhi, come un padre. Ha le lagrime negli occhi. Cerca il suo cappello, e lo trova su una sedia. Ora me ne vado tranquillo. Prima no. E non parto, sai?
Ricomponendosi per quanto gli è possibile. Ebbene? La signora è rientrata. È nella sua stanza. Bene. GIULIETTA se ne va. RAIMONDO prende il cappello, viene a PIERO, lo fissa per un istante, dolorosamente. Poi lo bacia in fronte. Grazie, Raimondo. Vai? Sì. Non posso tardare di più. I due amici mi aspettano. Passerò poi da te, per sapere. Se vuoi. Gli butta le braccia al collo, singhiozzando.
Forse aveva bisogno anche lui di conforto. Bacia, disse, offrendogli la bambola a braccia tese. Aldo balzò in piedi e cadde in ginocchio davanti a entrambe. Baciò la bambola, e il paltoncino di Anne-Marie, e le ginocchia di Nancy, e poi nascose il volto in grembo alla bambina, singhiozzando. Anne-Marie subito pianse e strillò, e Nancy li baciò tutt'e due, consolandoli. Non piangere, tesorino mio!
Come va, vitello, ti è passata la febbre? Sei sceso dal cielo? Dalla luna, te lo dico io. Ero io che facevo l'Uomo nella luna. Io ti ho visto e ti adoro. La padrona mia m'insegnò a vederti ed il tuo cane e il fastello di spine. Vieni qua: giuramelo e bacia il vangelo. La riempirò di nuovo. Giura. D
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