United States or Croatia ? Vote for the TOP Country of the Week !


Col qual simigliantemente un altro cavaliere di Firenze si vede, nominato, Messer Cavalcante de' Cavalcanti, il quale con simigliante credenza vivendo si tenne. Ond'io a lui lo strazio e 'l grande sciempio Che fece l'Arbia colorata in rosso, Tale orazion fa far nel nostro tempio

A cenni d'occhi e mani nobilmente e fiutando tabacco, Filinoro fe' i tre cavalli attaccar prestamente, e lascia il quarto che vale un tesoro. L'oste gli è intorno e gli bacia umilmente con la berretta in mano il gheron d'oro. Filinor parte e l'oste inchina il cocchio insin che può discoprirlo con l'occhio. Or qui potria domandarmi il lettore che cosa avvenne poi del cavalcante.

Aveva preso uno staffier dappoco, credo che fosse idropico un facchino, ed un lacchè, che al correr valea poco, ma a bestemmiar nessun gli andò vicino. L'arme è il Vesuvio che getta gran foco, la qual gli pose sopra il berrettino. Ed inoltre avea preso un cavalcante ed un cocchiere gobbo assai galante. Vestí que' servi a livree corredate di quell'argento ch'egli aveva indosso.

Sotto l'Arco il cavalcante attendea con i due bai. Con pronto atto elegante voi balzaste, ch'io pensai: Quante volte ne' selvaggi parchi il cervo ella inseguì? Dolce cosa al fianco suo galoppar tra gli allalì! Voi chiedeste, con un riso ne' belli occhi: Dunque andiamo! Era bianco il vostro viso, bianco assai. Risposi: Andiamo. Ma facean altre parole gran tumulti in fondo a me.

Alcun di nuove fogge dilettante dicea: Questa debb'esser moda nuova: da una parte il caval, dall'altra il fante! Certo il buon gusto qui sotto ci cova. Alcun ardito chiede al cavalcante: Che fate dello sprone e che vi giova? Spronate voi per fianco quella rozza, o spronate voi stesso o la carrozza? Il servo ansante di sudor grondava: avea ben altro in mente che rispondere.

A Filinor di quattro servigiali rimase il cavalcante buon compagno, e due de' quattro valenti animali. Diceva il cavaliere: Io son nel gagno, perdio, de' tristi; e poi si raccomanda al cavalcante; e quel sale alla banda, e me' che può verso Parigi arranca. Lungi tre miglia esser poteva ancora: non era la fortuna però stanca.

Poi disse: Cavalier, come, in qual guisa siete a Parigi in questo modo còlto? Rispose il cavalier: Dama cortese, l'uom che viaggia impara alle sue spese. Io vengo di Guascogna, e in compagnia quattro staffieri aveva ed il cocchiere, il cavalcante e due lacchè per via, sei corsier sauri con le chiome nere, ed equipaggio quanto convenia.

E il cavalcante non istava a bada; batte all'orecchie, gridando: Oh! tu dormi? E triema il caval sotto a terra cada, ed una gamba in rocchi gli trasformi. Appariva il lacchè de' piú gagliardi, correndo innanzi ad animai tardi. Una testuggin, che il passo bilancia, avanza anch'essa e non perde il coraggio.