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Aggiornato: 5 giugno 2025


Nel Nome di Maria notasi non pure lo stento dei pensieri, ma ancora un certo stento di parole, non di rado antiquate; il Manzoni si ricordò forse troppo delle nostre antiche Laudi spirituali, e questo riuscì certamente l'Inno più cattolico del Manzoni. Ma il puro Cattolicismo non seppe mai inspirar nulla di grande; e se non si sapesse che il Manzoni non ischerzava mai con le cose sacre, si direbbe in alcune strofe ch'egli, anzi che scrivere un inno originale, volesse parodiare certi poeti classicheggianti. È strano infatti il trovare in una sola poesia manzoniana forme come queste: quando cade il die, invita ad onorarte, d'oblianza il copra, se ne parla e plora, d'ogni laudato esser la prima, in onor tanto avémo, vostri antiqui Vati, i verginal trofei, nosco invocate. Conviene invece a tutti i Cristiani, siano cattolici, sian protestanti, l'Inno manzoniano della Pentecoste, ossia l'inno dell'amore, l'inno della carit

EUGENIO. Non considerate, signora, che ho un padre concorrente nell'amor mio? e se ben mi veggio in tante difficoltá e rispetti di mio padre, pur Amor non permette che cangi voglia. Il padre cerca privarmi di quello che mi si deve per amore; io ne prego e riprego vostro fratello, e dubito per la troppa importunitá di esserli molesto: avemo sofferto tanto, soffriamo un altro poco.

per la ragion che di’, quinci si parte verso settentrïon, quanto li Ebrei vedevan lui verso la calda parte. Ma se a te piace, volontier saprei quanto avemo ad andar; ché ’l poggio sale più che salir non posson li occhi miei». Ed elli a me: «Questa montagna è tale, che sempre al cominciar di sotto è grave; e quant’ om più va , e men fa male.

PIRINO. Non è giorno che non discorra col cervello per tutti i banchi del mondo. O che cosa infelice è il non aver danari! FORCA. Massime a voi, povero di danari e ricco d'appetito. PIRINO. Non so che fare. FORCA. Anzi bisogna disfare. PIRINO. Chi vogliamo disfare? FORCA. Tuo padre. Avemo il ben in casa e lo vogliamo cercare altrove. PIRINO. Lo caricheremo di troppo peso di dolore.

MALFATTO. Non voglio verberare io, ché sono scorrociato. PRUDENZIO. Tu hai torto. Audi parumper che... MALFATTO. ! Sempre me date la baia. PRUDENZIO. E quando mai te avemo data la baia noi? MALFATTO. Ogni sempre mai che parlate, ché non ve intendo. PRUDENZIO. Audi. Testor Deum omnipotentem... MALFATTO. Ve possa venire a voi! PRUDENZIO. Taci: lassame parlare. MALFATTO. ; ma non biastemate.

E, perché l'alloro, come davanti avemo mostrato, è quello albero, le cui frondi testimoniano nella coronazione la facoltá del poeta, meritamente possiamo dire, l'alloro dalla donna veduto significare e la disposizione del cielo nella nativitá futura di Dante, e la precipua affezione e studio di colui che nascere dovea, come chiaramente n'ha dimostrato quello che appresso la nativitá di Dante è seguito.

Avemo detto una bugia per uno. PARDO. Fa' che tu non accosti piú alla tavola mia. GULONE. Che diavolo stimi, che se non ho la tavola con mesal bianco, ornato di frondi e di fiori, e di salvietti fatti a torrioni, che non sappia mangiare? buon vino e buona carne fa l'effetto. PARDO. Non te n'è mancato in casa mia.

CAPITANO. Le robbe di Raguggia son buone: e stimo che le robbe di Napoli, come tu sai, sieno piene di furfantarie e di sporchezze; e se tutti i napolitani sono come tu sei, dal cattivo saggio che me ne dái, son uomo da tornarmene in nave or ora, far vela e girmene all'Indie nuove, per non aver a far con simili uomini. MANGONE. Qui in Napoli avemo buona ragione.

Noi ancora dove conosceremo poter riescire profittevoli ai suoi mercanti ed al comune interesse non mancheremo di porgere l'opera nostra, con quella prontezza vivezza ed affetto che avemo sempre fatto, e ne può essere stato riferto da suoi essendone grandemente a cuore la libert

CURZIO. Tu sai che avemo inteso che quel pedante poltrone, ogni notte, gli viene a cantare a l'uscio non so che canzoni. Vorrei che tu gli rompessi el capo in qualche bel modo, che non si accorgessi chi fussi stato, se pur ci viene stanotte. RUFINO. State de bona voglia, che vi prometto di servirve. CURZIO. Va'! Pichia, adunque. RUFINO. Io so certo che costoro ci deveno aspettare. Tic.

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