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Non posso resistere; apro il mobiletto e guardo il tuo ritratto, o Lidia, e Ti fisso negli occhi. S'avvicina il giorno di santa Lidia, Ti scriverò. Da due giorni non leggo la Gazzetta di Venezia. Ti troverò fra i morti? Penso al suicidio. No, penso a vivere con Tei in campagna! O primavera!

Il processo di soffocazione è tuttavia in corso: apro una parentesi e cito un esempio. Nelle Universit

Or più non mi imbarazza La scelta del mestiere, Apro uno studio in piazza, Mi intitolo banchiere; Se ad iniziar la banca Il capital mi manca, Poichè basta volerlo, come posso averlo. Ciò detto, il buon Tommaso Si recò da un notaro, Franco gli espose il caso, Gli domandò il denaro; Ma quei, con faccia bieca; «Che mi da in ipoteca? Nulla Nulla!.... ho capito Non posso!.... affar finito

Io ho un solfanello e tutti gli altri miei colleghi della mala vita vogliono fumare. Il solfanello del buon prigioniero deve sempre essere di legno. Con uno spillo, del quale un vecchio frequentatore di carcere deve essere munito, a costo di nasconderselo nella pelle, lo apro in quattro.

E vai a cercarla? Finirai per diventare ridicolo.... Perchè il mondo lo trova ridicolo un marito innamorato. No, non vado a cercarla. Me ne mancano le forze. Ma corro in camera sua, aspiro il profumo che vi ha lasciato, bacio la sua vestaglia abbandonata su una sedia, apro gli armadi per vedervi le sue vesti, i suoi cappellini, la sua biancheria. Tutto è , in ordine; nulla manca.

Il grave sonno, in cui m'era sepolto quanto di bono vien dal primo cielo, ruppemi orrendo grido, qual in molto scoppio far sòle il fulgurante telo. Apro le ciglia e, quando ebbi distolto da' sensi un puoco l'importuno velo, dritto m'innalzo, guato e nulla veggio, perch'era il mondo ancora d'ombre un seggio. Omnium honestarum rerum ignava perditaque neglegentia.

Alla terza prova finalmente essa fu più felice, ed un «Chi è?» rispose alle sue battute. «Son io! monna Teresarispose con voce melata l'ambasciatrice del Don Cortlin. «Ma chi è? io non vi conosco, ed a quest'ora non aproSi rispondeva recisamente di dentro. «Io sono Perpetua, e mi manda qui Don Cortlin, per comunicarvi cose di grande importanza e che riguardano voi, mia cara Teresa

desta apro gli occhi, ch'aperti ponno scorger la strada di virtù smarrita; ond'io lasciato ove 'l pensier m'invita de la parte miglior per voi m'indonno: e quanto posso il più mi sforzo anch'io, scaldarmi al lume di chiaro foco, per lasciar del mio nome eterno segno. E o non pur da voi si prenda a sdegno mio folle ardir, che se 'l sapere è poco, non è poco, Signor, l'alto disìo.

Torno adesso dalla Pretura. Mio Dio! Come mi spaventa il mondo reale, il mondo della prosa, dei bisogni, degli affari. E mi chiudo nel mio studiolo: apro il mobiletto.... Oh mondo delle mie illusioni, della mia poesia, del mio cuore! Come mi sento felice!

E sovente su libri polverosi La man vo riponendo tremebonda, Ed apro, e parmi a' giorni studïosi Tornar di giovinezza, e il pianto gronda! E trovo i segni che ne' libri io posi, Ove con mente mi fermai profonda, Ove ad alti pensier d'amato autore Commento fei di verit