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Apro? domandai, tenendo ancora la mano su la chiave per girarla. Apri, ella rispose, senza lasciarmi, spirandomi ancora il suo alito nel collo. Allo stridere che fece la chiave nella serratura, ella mi legò più forte con le braccia, mi si serrò addosso, comunicandomi il suo brivido. Le rondini garrivano sul nostro capo; e pure quel lieve stridore ci parve distinto come in un silenzio profondo.

Io non l'ho uccisa, l'ho vista andare via per sempre, vivo da lunghi giorni nel deserto di questa casa ancora tutta odorante di lei, apro ogni tanto l'album che racchiude il suo ritratto, lo bacio e piango

Le memorie aggiungono che il doge fece un discorso giusta i termini del trattato; che il discorso fu umile, ma colui che lo pronunziava fu costantemente dignitoso e fiero; che solo quando ebbe finito di parlare si scoperse il capo, salutando, e gli fu risposto con pari cortesia. Apro le storie genovesi e trovo quest'altro racconto, che ben s'accorda col primo.

Nel punto che apro la bocca per gridare, tutto cessa, e sento una sonora risata in fondo al giardino; mi volto, e vedo un giovanotto, appoggiato a un muricciuolo, che mi guarda coll'aria di dire: Le è piaciuto?

Lontano lontano vedo galleggiare una strana barca di pioppo, una cassa da morto, vuota, senza coperchio.... È la barchetta?... Mi vi adagio, apro la bibbia che mi hai dato tu, fanciulla del mio dolore, perchè la mi serva di vela, e, lettore cullato, cappuccino nel gran coro sonante, e viaggiatore insolito, mi avvio lontano dove mi porta l'onda.... Più lontano ancora.... Non ispero incontrarti, o barchetta dell'amore che sognai un , no: sulla mia vela è scritto: A chi molto amò sar

MALFATTO. Non ce è oste qua. Sta piú abasso la taverna. REPETITORE. E vieni a oprire! MALFATTO. Aspetta, ch'io vengo adesso. Ah! ah! ah! ah! Te llo credevi, eh? REPETITORE. Oh! tu sei el bello apro! MALFATTO. Misser no, che non voglio aprire. Vòi che te llo dica meglio? REPETITORE. S'io vengo de sopra, te farò un servizio che sarai memor di me. MALFATTO. Fu!

«Perchè vedendoti entrare nella mia povera cameretta, io credo che vi entri l'aurora; e come apro le pupille alla luce potrei aprire a te le mie braccia... Ed allora ti darei più baci che il cielo non ha stelle... Ascoltami, Concettella, non venire a risvegliarmi di così buon mattino!» A questa strofa, l'entusiasmo degli spettatori fece esplosione.

Le donne non ascoltano e rovesciano fasci e fasci di crisantemi sulle ruote, sul motore. Basta! basta! Questi sono fiori di morte. Oggi è giorno di vita. Scansatevi, allontanatevi! Confusione indescrivibile, rimescolio di pentola bollente. A pugni apro un varco alla mia blindata che si ferma nella piazza centrale.

Io mi dico: Come si fa a scriverle, certe cose? e mi arrovello. Voi direte: Come si fa a leggerle? e.... E chiudete pure il giornale: io apro la Guida.