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Non parlare con quell'asprezza rispose l'ingegnere Aldini. D

L'ingegnere Aldini si divertiva un mondo a percorrere le vie di Torino a braccetto di questa nipote ch'egli teneva in conto di figlia e verso la quale, nonostante le molte dissomiglianze, lo attirava una simpatia ricambiata. Certo che s'erano bisticciati sovente; egli, scettico amabile, l'avrebbe voluta più duttile, più indulgente, meno recisa ne' suoi giudizi; egli, uomo d'ingegno, ma nemico d'ogni pedanteria, l'avrebbe voluta più chiassosa, più spensierata, più giovine insomma. Adesso il gran timore di lui era che il matrimonio con un uomo come Varedo avesse accresciuto i difetti di Diana. E in fatti egli la trovava, più ancora che a Venezia, noncurante del vestito e della persona, inesorabile nel condannare quello ch'ella chiamava il vizio elegante, pronta a correre agli estremi in tutto per amore di logica, onde il rompersi il capo sui volumi di giurisprudenza e di sociologia le appariva una conseguenza naturale dell'aver sposato un giureconsulto e un sociologo. Ma ella conservava intatte, e quest'era un conforto per lo zio, la sua bont

Gustavo Aldini si pentì di questa sentenza assoluta, e mentalmente ne chiese perdono alla Valeria che gli aveva sempre voluto bene, che ne aveva voluto molto anche a lei, ed era impaziente di potere, in faccia a tutti, chiamarla sorella.... Povera Valeria!... In mezzo a quante tristezze le toccava vivere!

Oh fece il presentato divenendo rosso come un papavero. Il professore mostrò a Bardelli una sedia. Si accomodi... Le queste bozze corrette... Scusate, veh... Ma si tratta d'un articolo che deve comparir domani nella Rassegna giuridica. Ah, quello sul Diritto ateniese? osservò Diana. Gustavo Aldini guardò sua nipote con uno stupore doloroso. Come gliela riducevano, quella figliuola!

Mi duole che tu abbia inteso egli disse fissando in viso l'ingegnere Aldini ma non ho nulla da ritirare. Aldini lo guardò con piglio sarcastico. Sapevo ch'eri un pedante, vedo che sei anche un villano. E si tolse di l

L'ingegnere gli toccò il braccio. Andiamo. Varedo si scosse con un movimento brusco, come di chi vuol liberarsi da un incubo. Eccomi. Fuori dal cancello li aspettava un landau chiuso. Monti anche lei. C'è posto disse Gustavo Aldini a Eugenio Bardelli ch'era in uno stato da far piet

Fatto si è che quella sera stessa Alberto Varedo chiese ed ottenne la mano di Diana Inverigo. In casa degli sposi. Poco più d'un anno dopo, in una sera fredda di marzo, l'ingegnere Gustavo Aldini scendeva da una vettura di prima classe alla stazione centrale di Torino. I Varedo erano sotto la tettoia ad aspettarlo.

Ella si chinò sulla teiera; Aldini non insistette. S'era contenta lei, o che gli era lecito di tormentarla con osservazioni inopportune? Certo che molte cose gli parevano strane: e ch'ella si acconciasse con animo sereno alla soppressione della propria personalit

Anzi, è un piacere disse Varedo. Le parole erano cortesi, ma l'accento era gelido. Ecco il risotto! gridò Gustavo Aldini. Secondo le sapienti disposizioni dell'ingegnere le sedie erano collocate soltanto a tre lati della tavola lunga e stretta, di modo che nessuno voltasse le spalle al mare.

VII. Disegni più vecchi insieme e più nuovi. Cotesta vecchia ricetta, razzolata tra' fogli del conte Aldini, uomo imperiale, che, come Bolognese, badava a San Petronio e alle aggiacenze, e che scriveva al principe di Metternich, come protomedico della Corte e della Penisola; cotesta ricetta, ognun vede non essere invenzione colpevole del valente uomo che a Parigi nel 56 la mise innanzi modestamente, per condiscendere al desiderio d'alcuni tra suoi amici, i quali dalla guerra di Crimea non speravano migliore frutto; a quanto pare da ciò lo sperava egli stesso. Onesta e pia cosa è discernere l'angustia de' concetti dalla malignit