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In tal modo il guerrier ferma le piante Intenebrato da la sparsa arena, E da le tante piaghe e da le tante Morti la destra, ed il fier brando affrena; Ma la furia infernal cangiò sembiante, E stretta intorno a se l'aria serena, Quasi di corpo uman si ricoperse, E quale è Megapente, altrui s'offerse.

E giá condotta è a tale che poco manca che dura vita non abbandoni e si ritorni ignuda al suo Fattor. FILENO. Caro padrone, affrena questi tuoi pianti. Tu vuoi pur far lieti i tuoi nimici e noi sempre tenere, miseri, in duolo.

Costei tempratamente sua Fortezza usato ha sempre, tal che 'l Mondo e 'nsieme la sorte de le Stelle a scherzo mena. Ben può fortuna con sua leggerezza ir ne le Stelle di piú forze estreme: chi sa temprarsi lei col Mondo affrena. Rarissimum animal bona mulier.

Non può ingegno mortal tante divine virtù ritrar; può basso disìo scolpir parti eccelse e pellegrine, che 'n voi il valor del vago petto e pio avanza ogni pensier, passa ogni fine, non che l'aguagli altrui parlare, o mio. Dello stesso O fiumicel se 'l più cocente ardore estivo il lento tuo correr affrena, e la tua profonda umile arena incende e fa restar priva d'umore;

Chi gli alti abissi in bella calma affrena? E chi fa tempestar l'acque profonde? Dio l'aspetto de l'aria apre e serena, E torbide su lei nubi diffonde, Austro addormenta, ed i suoi fiati ei lega, Ed ei le piume ad Aquilon dispiega.

Allor seicento ivi rauna appena Il buon Velasco; e 'l successor d'Enrico Brisacco novecento altri ne mena; E de l'armi turchesche aspro nemico Mille a sua voglia Astor Baglione affrena. In vece de l'Orsin; Lancastro antico Con picciol schiera de le porte ha cura, E stassi Ottario a custodir le mura.

Guerrier, se di Maoma il nome adori, Deh per un tuo consorte il corso affrena, Chè se teco disfogo i miei dolori, Sar

Prende fra' Turchi fuggitivi un volo, E dove è Periandro affrena i passi; Era costui di Boristen figliuolo, Supremo arcier fra' popoli Circassi; E gli dicea: se ti percote il duolo De' nostri in guerra sbigottiti e lassi, E dati a morte, e se nel cor disire Ti sfavilla di gloria, odi il mio dire.

Affrena alquanto questi lamenti e le lagrime e 'l duolo. Dimmi quel c'ho da fare. FILOCRATE. A queste notti, chi era quello che destro entrava ne le camere vostre? Ove è l'onore? ove è la castitá? dove è l'offizio che conveniva a saputa servente? Devevil comportar? FRONESIA. Guarda, Filocrate, che non ti inganni; perché veramente io non intendo quel che voglia dire.

la vergine orrenda in varia strada Cercando il duce le vestigia volve Fin che vien, dove il campo apre e dirada Il fortissimo Eroe tra sangue e polve: Ella mira il vibrar de l'aurea spada, Come de l'altrui vita i nodi solve, Come sparge terror; quinci ripiena Di stupor non usato i colpi affrena.