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Aggiornato: 10 maggio 2025
81 Sentia il maggior piacer, la maggior festa che sentir possa alcun felice amante: ma ecco intanto uscire una tempesta che struggea i fior, ed abbattea le piante: non se ne suol veder simile a questa, quando giostra aquilone, austro e levante. Parea che per trovar qualche coperto, andasse errando invan per un deserto.
Qual s'avvien, che Vulcan selva divori, Quando fra l'arse piante Austro discende; Mirasi il ciel sotto i dispersi ardori, Ch'orribile a veder, lunge risplende; Tal da l'armi dorate aurei splendori Il sol quì tragge, e così l'aria accende, Che fiammeggiavan di volanti lampi Le rive, i colli, le foreste e i campi.
In un giorno di sole un pescatore discese alla riva del mare con le nasse; e camminò così verso austro, a piedi nudi, su l’arena ove il fiore salino qua e l
Chi gli alti abissi in bella calma affrena? E chi fa tempestar l'acque profonde? Dio l'aspetto de l'aria apre e serena, E torbide su lei nubi diffonde, Austro addormenta, ed i suoi fiati ei lega, Ed ei le piume ad Aquilon dispiega.
Dunque obbrobrio a la patria, obbrobrio a gli avi Camperò schiava? o mie speranze liete, E del viver giocondo ore soavi, Ove sparite? ed a che fin giungete? Ma tu che 'n tempi sì dogliosi e gravi Per noi venivi ad arrecar quiete, Come indugiasti? e per l'Egeo ritenne Qual torbido austro tue velate antenne?
Ma prima Astolfo si chiamò infinita grazia al Senapo ed immortale avere; che gli venne in persona a dare aita con ogni sforzo ed ogni suo potere. Astolfo lor ne l'uterino claustro a portar diede il fiero e turbido austro.
E move l'arme con terribil passo; Non diverso a mirar dal crudo orrore Di giogo alpestro, che travolve a basso Austro piovoso, o d'aquilon furore; Pianta il bosco non ha, ch'al gran fracasso Non crolli il tronco; e, palpitando il core, L'orecchia porge il montanaro intento; E lascia l'erba per terror l'armento.
Quanti torbidi nembi austro governa L'odiosa squadra in su quei campi aduna; Stende uggia folta; e d'atra nebbia inferna Abbuia l'aura, e più che pece imbruna; S'annotta sì, che de la fiamma eterna De l'aureo sol luce non splende alcuna Per l'orror tetro; indi si finge Aletto Le membra e l'armi e d'Ebräin l'aspetto.
Parola Del Giorno
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