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Aggiornato: 8 luglio 2025


Fu un'altra pausa, durante la quale Bonaventura divorò degli occhi quella donna, quasi volesse trasfondere in lei quell'ardore che dal petto gli saliva alle tempie. Ed ella, sempre nel medesimo atteggiamento, pareva la statua dello stupore; solo il respiro affannoso la diceva viva.

Lacero e stanco il vincitor si asside Su le fresche erbe, appo la sponda. A rivi Giù per lo collo gli discorre ai fianchi Misto al sangue il sudor; corto e sonante Dal suo petto affannoso esce il respiro; Un cozzar di confuse opre e di cose Gli turbina sugli occhi e il cor gl'ingombra; Finchè a balzi, a sussulti, e tutto cinto Di bizzarre faville e ceffi strani Sopra gli piomba, e al suol l'avvince il sonno. Come nei procellosi artici mari, Quando aquilon più li flagella, a stormo L'irte dïomedèe saltan su' flutti; Gavazzano fra' nembi, e al mugghio orrendo Del travolto oce

Cinta ell'è di ricchezze e di splendore, E le aggradano brio, riso, favella; Tutte potrebbe del suo viver l'ore Incantar con magìa sempre novella: Par che delizïato il suo bel core Ogni affannoso sentimento espella; Ma questa d'eleganti arti regina Nutre d'egregi fatti ansia divina. E color che l'ammirano raggiante D'ingegno e grazia in suoi ridenti crocchi.

La fanciulla provò un doloroso stupore, uno stringimento affannoso al cuore come se le avessero annunziato una grande sventura; credeva di fare uno di quei sogni terribili dove si cade, si cade sempre da una smisurata altezza e l'angoscia si prolunga sino al risveglio. Scegliere; doveva scegliere: perchè? Aveva tanto goduto, la sua vita era stata così completa e piena nell'amore! Scegliere: chi? Sentiva di amarli egualmente, sentiva che tutti e due le erano necessari, non poteva neppur figurarsi di dover annullare uno di quei nomi dalla sua mente, di cancellare una di quelle immagini dall'anima. Era impossibile, impossibile, impossibile. Le si chiedeva una cosa ingiusta, era sdegnata contro quella domanda. Tutto cadeva, tutto precipitava nel nulla; la bella armonia era turbata e rotta, la pace era scomparsa, bisognava scegliere: cioè amarne uno solo, far sacrifizio di un affetto all'altro, soffocare una delle coscienze, morire per met

Voi dovete immaginare che lavoro mortale, affannoso, immane dovesse opprimere i nervi di quest’uomo per circa dieci anni, se pensate che Egli ha creato un mondo dal nulla, anzi dalla morte; se pensate che questo mondo che prima non esisteva, ha resistito poi a tutte le valanghe; se pensate che l’idea di Teodoro Herzl è penetrata dappertutto: dal Canada al Capo di Buona Speranza, dall’Australia alla Francia; che ha generato poeti e romanzieri, commediografi e sociologhi; che ha seminato di giornali e di Universit

Egli stava sempre disteso sul pavimento; puntando la mano a terra gli riuscì, quantunque con isforzo, a mettersi seduto: ansava affannoso, grondava sudore, e sangue. Delle candele una era spenta, l'altra rovesciata; si provò a rimetterla dritta nel lugubre candeliere: forte sentiva dolersi la gola, la spalla, ed altre parti della persona.

Da quell'istante i piaceri della vita gli sono in odio; la mente sua è stravolta; non dice parola che non sia un delirio; chiama col nome di Sacontala qualsiasi donna gli venga innanzi; e per lo piú siede vergognoso, col capo sulle ginocchia. Entra Dushmanta vestito a penitenza. Ogni parola sua è l'emanazione del dolore. I circostanti s'industriano di sviarlo dal suo pensiero affannoso.

L'occhio del Casalbara seguì la moglie fisso, sbarrato.... le vene delle tempie gli pulsavano più turgide, violette, e la parola inarticolata, strozzata, il rantolo era più affannoso, più forte. Nora si presentò al Kloss diritta, sicura, ringraziandolo con un mesto sorriso, mentre si asciugava gli occhi, mentre si accomodava la massa dei capelli che le cadevano da tutte le parti.

Allora si può pretendere che anche don Procolo metta i piedi sulla tavola. Omnia munda mundis esclamò il prete, che cominciava a sbrodolare la coscienza colla minestra calda. E Battistone? a che cosa pensi, eccelso Battistone? al povero zio moribondo? Battistone rideva nella gola d'un riso grasso e affannoso. Si possono conoscere questi grandi segreti? gli domandò sottovoce l'Erminia.

Aveva passato tutto quel tempo in un assopimento affannoso, pesante, turbato dai sogni più strani, dalle visioni più fantastiche, spaventose.... Quando si svegliò la prima volta, era ancora quasi notte: si svegliò con un senso di affanno, di sgomento. Dov'era.... Dov'era?... Dove lo avevano sepolto? Che disgrazia gli era capitata?... Era caduto?... Era stato ferito?... Credette ancora di sognare.

Parola Del Giorno

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