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Aggiornato: 8 luglio 2025
Come voi mormorò l'uomo forte, l'uomo scettico, umilmente, dolentemente. Niente altro. Ella si sollevò dalla sedia, rimase ritta davanti alla scrivania. Adesso me ne vado; buona sera. Ve ne andate? chiese lui, un po' affannoso. Sì, sì, me ne vado; buona sera, Massimo. Restate ancora un poco balbettò lui. Ditemi....
«Sono lagrime queste?» diceva affannoso. «Io ho consumato da gran tempo le mie. Le ho sparse d'ira, di amore, di tenerezza, di rabbia. Ora se il Cielo mi ridonasse le lagrime, vorrei spargerle sempre di piet
Non più infelice di me! riprese l'altro, cui appena restava un filo di voce. E, strisciando sul pavimento, entrò affannoso nella prigione di Roberto. Egli lo raccolse: lo aiutò a sedersi sul letto. Si accorse di avere dinanzi a sè un uomo esausto, febbricitante.
Anche per le cambiali? balbettò il vecchio, girando l'occhio inquieto, incerto, ora su Nora, ora sul Cantasirena: e il respiro gli diventava più affannoso e le palpitazioni del cuore più frequenti.
Il suo respiro si era fatto più affannoso e dinanzi a quel dolore, a quelle lacrime, restava a testa bassa, avvilito, quasi vergognoso. Era la vergogna del signor Kloss che sentiva pesare sopra di sè!
Camminava a caso, senza discernimento, colla mente confusa, dimenticando talvolta perfino lo scopo principale del suo andare. Poi si scuoteva d’un tratto, come se uscisse da un sogno affannoso, e domandava ai passanti se avessero veduto per caso una signora bionda vestita in lutto. Ma nessuno l’aveva veduta, e lui andava avanti.
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