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Aggiornato: 13 giugno 2025


Sant'Aubert se ne rallegrava, e ne parlava con Emilia; ma la sua allegria era più finta che naturale, ed ombre di tristezza facean velo bene spesso alla sua fisonomia: un sorriso però di Emilia bastava per dissiparle; ma ella stessa aveva il cuore straziato, e vedeva benissimo che gli affanni del padre indebolivano visibilmente tutti i giorni la sua salute.

Ma il duca di Feira non rispose alla sua dimanda, e dopo una breve pausa, durante la quale stette cogli occhi chiusi, come chi raccolga tutte le virtù dell'animo e dei sensi ad uno sforzo supremo, proseguì concitato: Ah credete voi, giovinotto, che chi di tanti anni v'ha preceduto nella vita non v'abbia preceduto ancora nel soffrire? Credete che i vostri affanni siano i soli, e i più forti che uomo provasse mai? Che basti il dire, ecco io muoio, e rompersi le tempia con un colpo di pistola, per dimostrare al mondo, a stessi, di avere amato davvero? Sappiatelo da un vecchio, che ne' suoi dolori ha imparato a compatire gli altrui; non ama sempre più fortemente chi muore, chi si sottragge all'angoscia. V'ha chi vive, ed è peggio. Voi avete amato fieramente, da lunghi anni, senza speranza, colla maledizione nel cuore; or che direste voi della disperazione di un uomo che, giovine, avesse amato e sperato; che fosse stato sul punto di raggiungere la felicit

Ma ne l'amar, nel procacciarti onore, Ne l'inchinar, nel riverirti appieno, Al mondo mai non troverassi un core, Ch'avanzi questo, che ti serbo in seno. O preghi sparsi, o sostenuto ardore, O lunga mai non venuta a meno, O quanti mai non furo in petto umano Da me sofferti affanni; e tutti in vano.

In somma, io era tutto il tuo bene, or non so come son divenuto tuo figliastro: o fingi o t'infingi non accorgerti de' miei affanni, e sai che solo sei segretario de' miei pensieri: non t'amo da servo ma da fratello, e ti dono sempre.

Cara, io so quanto ti affanni il ricordo di tutto ciò che soffersi, amando te, per la tua resistenza, e ascolterò anche adesso il tuo «no, no» come quando me lo dicevi stringendoti a me in un abbraccio angoscioso; non descriverò quei momenti. Ell'aveva lasciato una lettera per me.

Troppo lasso di tempo sembra che fosse tra l’offesa e il castigo; ma pure un fatto aggraverebbe sopra Andrea Barbazza il sospetto di uxoricidio: egli compose e pubblicò una canzone, una canzone di ventinove stanze, in morte di sua moglie³³. Da vasto ocean d’amari affanni Ov’ondeggio caduto, Deh! chi recando aiuto Sia che mi tragga a riva? E chi consola Naufrago il cor tra le miserie e i danni?

Or io l'ho tratto di tutti questi affanni; perché penso che questo sará stato medicina a farli uscir l'amor da le calcagna. Cosí non sentirá l'amare pene che lo facevan talor dare al diavolo. E non saria gran cosa che morisse da buon cristiano, un giorno, a lo spedale; onde sarebbe stato co' danari sempre un giudeo.

59 Diceva queste ed altre cose molte ragionando fra Ruggiero; e spesso le dicea in guisa ch'erano raccolte da chi talor se gli trovava appresso: che il tormento suo più di due volte era a colei per cui pativa, espresso, a cui non dolea meno il sentir lui così doler, che i propri affanni sui.

Ma affinchè le tue lagrime pietose Grondino più soävi, o madre amata, Io ti paleserò cagioni ascose, Per cui tosto al ciel venni chiamata: Non fu olocausto sol che Iddio t'impose Per affinar l'anima tua elevata: Di me compassïone alta lo prese, E me sottrarre a sommi affanni intese.

Non ha trïonfo e pace Questo agitato vortice Di affanni e di piaceri. Come in silice abietta Prigioniera scintilla, Così l'anima, eletta A miglior sorte, ascondesi Ne la mortale argilla. Dio ve la chiuse; al solo Cenno del suo pensiero Ella discioglie il volo, Mesce il suo raggio a l'iride Del sempiterno Vero.

Parola Del Giorno

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