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Che direste se il mio buon amico Abù vi pigliasse i piedi e ve li arrostisse sui carboni accesi. Miserabile! Potete fare a meno di dispensare dei titoli che non ci fanno caldo freddo. Orsù, padron Notis, carte in tavola: che avete fatto di Abd-el-Kerim? Ah! tu vuoi sapere che feci del tuo padrone? Ebbene ti dirò che egli è morto.

Vi farò la corte scioccamente, come ve la potrebbero fare Giorgio, Arturo, Adolfo o Gino. Poi, in un intervallo finto, fingerò di venire io stesso a farvi una visita, e vi dirò quello che vi direi... Mi piacerebbe più quello che non mi direste. Tristi cose in verit

-Enrico è in Italia! grida il pontefice alzandosi da sedere percosso dalla novella. E direste voi il vero, monsignor di Vercelli? In Italia, continua il vescovo con fermezza, ed alla testa di formidabil esercito, il quale altro non cerca che vendicare le offese del suo signore.

Bice non è abbastanza devota. ribattè il dottore, per subire il fascino delle vostre spiegazioni. Le direste che il Signore, visitandola con questa afflizione, si è ricordato di lei, e questa, pel momento, non può essere una consolazione. Non le avrei detto così. Ma, un presso a poco. Avrei aspettato che ella parlasse: la carit

Perchè riderei? chiese la sconosciuta, con piglio soave. A schietto parlare schietta risposta. Che cosa direste voi di una donna, la quale, alle prime parole di un uomo che ella vede per la prima volta, gli rispondesse: vi credo, e accettasse di grand'animo l'amor suo?

Che direste se bruscamente attraversassi, in dieci secondi, l'intervallo che mi divide da questo rotondo orizzonte che, secondo i vostri calcoli, m'aspetta soltanto fra un'ora?... Ah! ah! ridete giallo, e sentite tremare sotto i vostri piedi geometrici i piedestalli della vostra potenza millenaria!

Una lezione di psicologia? Avete ragione; ma perchè avete torto! Torniamo all'argomento. Io ho letto, per esempio, tutti i vostri libri; essi lasciano un sapore molto amaro vi hanno perfino fatto una colpa del vostro pessimismo! Ora, che cosa direste voi se io affermassi che questo vostro pessimismo deriva da una persuasione di dolore, non da un dolore veramente provato? Mi rispondereste che credere di soffrire val quanto soffrire realmente! Non è vero? E voi mi dareste causa vinta!... Perchè di tutte queste dolci e torturanti credenze, dell'amore, della poesia, dell'ideale, noi siamo tutti capaci; perchè vi sono dei momenti in cui tutta la nostra anima vibra come se fosse per spezzarsi, in cui soltanto l'inverisimile è vero; perchè, malgrado i nostri capelli bianchi, malgrado la severit

Direi, rispose la signora che sapea stare alla celia, ch'egli è un uomo fortunato. Non mi avete inteso; mi spiegherò meglio. Che direste di quest'uomo, se egli vi proferisse la mano, dopo avervi umilmente chiesto la vostra? Direi ch'egli è un bel pazzo, a concepire di così fatti disegni e più pazzo ancora a dirli a me, la prima volta che egli mi vede, e in una somigliante occasione.

Che orrore! direste. Ma io, arrivato a questo punto vorrei proseguire: Notate che vedo e riconosco i difetti di Galatea. Ne ha; oh se ne ha! Quella sua passione per tutti i giuochi, per tutti i divertimenti! Bisogno irrefrenabile di moto, lo capisco; ma io, se fossi padrone di quel cuore, non vorrei tanto moto, non vorrei tutto quel vivere fuori del guscio, come fa l'argonauta; vorrei meno racchette, meno remi, meno tuffi in acqua, meno balli, e un po' più di languore femmineo. Ma è così giovane! più giovane del vero. Infatti, potr

Perchè, soggiunse, abbassando ancora la voce, il Rovereto, perchè vi siete armato della vostra rivoltina, che vi fa un gomito traditore nella falda della giacca. Credete che fosse proprio paura dei ladri? chiese Lorenzo, sorridendo. Non vi dirò quel che io credo, come voi non mi direste quello che è. Smettiamo dunque un simile discorso; e andate, che io non voglio trattenervi.