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Gli ostinati si vincono piú tosto con l'umiltá che con l'arroganza; e mostrate desiderar Sulpizia, ché, come l'avarizia s'inganna con la liberalitá, cosí col mostrarsi volontoroso s'inganna chi vi crede. E voi, Erotico, parlandovi il vecchio di voler Cleria, mostrategli desiderarla. EROTICO. Sará pensiero mio particolare: fingerò ben la parte mia.

ERASTO. Ti prometto che non potendola veder a mio modo, quando mi licenziarò, fingerò di abbracciarla; e cosí tôrla di peso e portarmela a casa, perché, secondo tu mi dici e io mi persuado, son stimato da goffo. DULONE. Dubito che con la sua vista vi incanterá, e rapito dalla dolcezza porrete in oblio ancor voi stesso.

Guardava il cibo e dicea: Non ho sete; guardava il vino e dicea: Non ho fame; donde ridean le monacelle dame. Ma la calamitá raffinamento d'indomiti cervelli anch'esser suole. La bizzarra tra pensava drento che il gridar e il far forza erano fole. Io fingerò diceva cambiamento e nausea per il mondo, con parole; ben verrá il giorno della mia vendetta: il savio tempo e luogo e punto aspetta.

Se io da lui vo, vedrá le mie lacrime, sentirá e' mie' lamenti, udirá e' mie' preghi.. Or butteromegli ai piedi, or fingerò morire, or al collo le braccia li circunderò: e come sará mai crudele che a pietá di me non si mova? Le parole amorose, per li orecchi dal core ricevute, hanno piú forza che stimar non si può e alli amanti quasi ogni cosa è possibile. Cosí spero; cosí far voglio.

Basta, vedremo, disse, io farò il possibile, ma senza un uomo è difficile, quello che posso fare per voi è di lasciare per il momento le cose come stanno; tutti gl'impiegati dei treni m'hanno detto bene di voi e della bambina; fingerò di ignorare che vostro figlio è un bimbo, e per qualche tempo procureremo di tirare innanzi, ma attente che non succeda nulla, e non dimenticate d'esser sempre al vostro posto.

Mai feci l'amor se non con porchette e vitelle; ed è il peggio, ch'è una simia e pretende esser bellissima. DON FLAMINIO. Bisogna tôr la medicina per una volta. LECCARDO. Quando la menerò a casa, fingerò por la mano alla chiave per aprir la porta. Basta: l'ingannerò di modo che mi aiuterá. DON FLAMINIO. Lodo il consiglio: mandalo in essecuzione. LECCARDO. Fra poco saperete la risposta.

Come? In che maniera? gli si domandò. Ecco: egli rispose tranquillamente io fingerò d'essere diventato pazzo, mi farò rinchiudere l

Vi farò la corte scioccamente, come ve la potrebbero fare Giorgio, Arturo, Adolfo o Gino. Poi, in un intervallo finto, fingerò di venire io stesso a farvi una visita, e vi dirò quello che vi direi... Mi piacerebbe più quello che non mi direste. Tristi cose in verit

Non venite da me; ci ho le mie buone ragioni; temo che s'indovini dove vado. Per una visita medica, che fingerò di aver da fare, non è proprio necessario che si vedano due gentiluomini al mio uscio di casa. Farò dunque in modo da non dar sospetti in famiglia, e alle quattro e mezzo sarò io stesso a' piedi della collina, sotto la villa del Paradiso. Vi aspetteremo dunque lassù.

Si copre il viso colle mani, come per raccogliersi, come se gli girasse la testa e instintivamente volesse fermarla. Allora? RAIMONDO doloroso. Non so, non so. Bisogna che ci pensi. Non ho la.... vostra calma.... io, non ho un cuore di bronzo. Penserò al da farsi.... Mi fingerò ammalato.... poi lascierò Milano, per sempre.... Non so.... Oggi non sono in grado di decidere.... di provvedere....