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Aggiornato: 13 giugno 2025
ERASTO. O Dio, che intendo! ecco districato l'intrigo d'una intricatissima comedia: questa luce ha disgombrato tutte le tenebre del mio intelletto. Ho tanto legati i sensi che non so se sia vivo o morto: l'anima mia sta cosí confusa tra tanta meraviglia e allegrezza che non può mostrar quel mar di gioia dove or nuota. Ecco passo da un abisso di affanni ad un mar di delizie!
Dopo tanta miseria, al fine, un giorno verrá pur lieto e, dopo tante morti, una che mi trarrá di questi affanni. Questo s'acquista. ARTEMONA. E va'; riserba altrove tanta disperazion: ché, se sapessi il lor cervello come è dentro fatto, com'io so giá per mille, non potresti se non sperar. Ti giuro, sopra questa anima peccatrice, ch'io la tengo piú sicura che s'io l'avessi in casa.
Un anno vede passare uomini e cose; ma Dio non le perde di vista. Un anno passò, da che nella famiglia di Damiano eran succeduti i pochi e oscuri avvenimenti narrati fin qui; pochi e oscuri, ma pieni di contrasto, di dolore, e che potevano esser cagione d'altri affanni, d'altra miseria.
In fine, ella si ritrasse e Manfredo la seguì. Sedete! fu la prima parola ch'essa, tutta tremante, pronunciò. Manfredo si assise di fatto, ma non parlò ancora. I suoi occhi erano fisi nella contemplazione della Ginevra; non ci poteva essere cosa più attraente della vaga e svelta figura di quella giovane donna, linee più care di quel volto impallidito dai lunghi affanni,... La bellezza della duchessa Elena era senza dubbio più perfetta; ma quella perfezione, essendo la sede stessa della volutt
Più volte si era detto nei giorni del dolore, quando si sentiva soverchiato dal peso de' suoi affanni: «se non fosse mia madre!» Sua madre morta, composta nel sepolcro, tributate alla sua memoria tutte le cure estreme dell'affetto, che sopravvive ad un essere adorato, egli era venuto a Venezia per compiere la ferale promessa.
Così quell'innocente veniva ridestando gli affanni del mio cuore. Per un istante volli provarmi a sorridere; ma era sul suo viso infantile tale una espressione vaga di mestizia, e tanta semplicit
Gli affanni della gentil creatura, erano cessati; Lorenzo era salvo; Lorenzo l'amava; Lorenzo era suo; che più? Sua madre s'era intenerita, era ridiventata sua madre. Ed ella era felice, tutta compresa della gioia profonda e tranquilla di chi è scampato da un alto pericolo e nel pensiero della insperata salvezza si conforta delle angosce durate.
Ogni formula nuova del domma, frutto di lunghi affanni, è diminuzione e vincolo all'indagine; ogni rito che si precisa e si fa automatica ripetizione è impaccio ai liberi moti dell'anima; ogni incremento dell'autorit
Per quel nemico, acerbo Destin che sotto un giogo empio curvava Il capo tuo superbo; Per la tua mesta gioventù schernita, Pe’ tuoi laceri panni ella t’amava, E l’orme seguitò de la tua vita.... Era bionda e sottile, E come raggio le parlava in fronte Il cor grande e gentile. Con te divise degli affanni il pondo, De la tua povert
Si muovono? non si muovono? chi lo sa. Visti da lontano sembrano uccellacci imbalsamati dall'ali bianche: ma poco importa, pare, di quel che fanno o non fanno alla gran folla accorsa a godere sè stessa, a spandere alla bell'aria e al sole la gioia d'una giornata libera e senza affanni. Quel dì, ciascuno aveva cercato di lasciare a casa i suoi.
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