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Abbiam bisogno di prestezza, perché il tempo ne stringe; e quanto ci ha nociuto la passata tardanza, tanto ci giovi la presente prestezza: il mondo è goduto da solleciti. ATTILIO. Eccoci all'ubbidirti. TRINCA. Voi, Attilio, perché i vecchi sono ostinati, e i loro cervelli si muovono al moto della luna, umiliatevi a vostro padre.

Lasciati liberi, percorrono sempre la stessa strada e sempre nelle stesse ore; al mattino escono dalla foresta e vengono al mare, per bevervi l'acqua salata, quindi o si sdraiano sulla sabbia o pascolano lungo la costa; vi passano tutte le ore calde e quando sulla sera comincia la temperatura a rinfrescarsi, si muovono e pascolando lentamente sulla riva s'inoltrano nei cespugli sino a che non arrivano nel fitto dei boschi, dove trascorrono la notte, per scendere il mattino appresso nuovamente al mare.

L'immensa estensione del mare. La trireme, mossa da cento robuste braccia che muovono il remo, vola sulla tranquilla superficie del Mediterraneo, il gran mare, il bacino della civilt

E di fronte ad essa, l'artista non è, come crede quel critico, rimasto indifferente, se ha saputo talmente compenetrarsi col personaggio da sparire dentro di lui; se ha saputo mettergli in bocca la parola giusta, rapida, incisiva, che condensa in poche sillabe lo infinito dell'anima, se è riuscito a indovinare il gesto, l'intonazione della voce, l'azione tutta corrispondente al suo interno stato e a quello degli altri che si muovono attorno a lui.

Le riforme verranno un po' alla volta, essi dicono; bisogna tener conto dei pregiudizi e degli interessi; e, mentre distribuiscono i portafogli e mandano i loro amici nelle prefetture, tutti gli ingranaggi monarchici che essi non hanno osato di spezzare, si muovono.... E continua a funzionare la macchina di prima!

Chi recusa la sua ventura è sventurato. VIGNAROLO. Padrone, mi muovono le tue lusinghe mi spaventano le tue minacce: il diventare un altro è una specie di morire, e col morire non ci sto bene. Io farei capitomboli per amor vostro. PANDOLFO. Deh, che ti venga il mal francese! VIGNAROLO. Non ho paura che mi venga. PANDOLFO. Perché? VIGNAROLO. Mi è venuto gran tempo fa e ne sto in possessione.

Le ragazze hanno consegnato le belle poppe ai soldati che le palleggiano, fra le braccia, ballando. Ormai si abbandonano nella danza con ritmo oblioso d'onde felici che ritornano e battono languidamente contro roccioni amici. Questi cominciano a subire il vino e si muovono con cautela per paura di ruzzolare. I meno brilli scompaiono nel corridoio.

Essi muovono da questo concetto, così semplice e fondamentale, che come l'et

Approdan vele stanche al litorale, donde scendono donne nel giardino, che fa la selva tra le piante in fiore. Hanno nel viso le signore sante le soavi memorie e reca ognuna un picciol vaso di preziosa essenza. Per i viali muovono le piante senza versar dai corpi ombra veruna come di sogno molle evanescenza.

Se casca, diciamo pure con lui che voleva scendere. I due tranvai si muovono, e traversano fragorosamente mezzo il paese, oggetto d'invidia ai Corsennati, tutta gente mattiniera che deve accudire alle sue faccende quotidiane. "Come son felici, i signori!" diranno essi in cuor loro, vedendoci passare. E voi niente, o Corsennati?