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Aggiornato: 13 giugno 2025


«Ahsclamò finalmente Emilia; «è inutile che me lo diciate. Il vostro silenzio, i vostri sguardi parlano abbastanza; egli è morto. Oimè! mia cara padronarispose Teresa colle lacrime agli occhi, «questo mondo è pieno di affanni. I ricchi ne hanno la lor dose come i poveri; ma procuriamo di sopportare in pace il carico che ci manda il cielo. Egli è dunque mortointerruppe Emilia. «Ah!

E tu sarai contento sempre nel mio: e lieto e felice e senza alcun pensier che non vorresti, quando lo provi poi, per tutto il mondo non l'aver fatto. Ed io, in cambio tuo, torrò questi tuoi affanni.

Ah! vi sono affanni qua dentro (rispose il Moscati, a cui le parole soavemente spietate del Cardinale fecero lo effetto di una mano che prenda a fasciare la piaga per vederla, non gi

Quelle, ch'eran cortine alle finestre, son or camicie a' miei figli infelici. Coltrici, drappi e fino alle canestre son ite al ghetto, pegno a quegli amici; altro non ho che miserie ed affanni e lo sperar che Dio mi tronchi gli anni.

Ma... capogiri... languori... affanni... agitazione... un malessere generale... Ho paura di non poter continuare nel servizio... penso che dovrò abbandonare la casa... lei.... e questo pensiero mi è così doloroso, mi d

Non ben duolsi d'Amor l'umano ingegno Come solo comparta affanni estremi, Ch'egli al fin con ragion governa il regno, Ed a chi merta non defrauda i premi. Così parlava, e che non stava a segno, Ma vaneggiava ne' piacer supremi, Vide la bella donna, onde sorrise, Ed a quel favellar termine mise.

, la canzonatura della ricchezza! Ma guardala fuori, la ricchezza. È , fuori della finestra. Sono quei prati, quei boschi, quel lago e quei vigneti. La ricchezza è delle cose. Ma intanto ti affanni a conquistarla. Cerco di bastare a me stesso. La legge della vita è di non campare a spese altrui. dei vivi, dei morti. Pausa. Perchè vai in quella casa?

Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? quando in Faenza un Bernardin di Fosco, verga gentil di picciola gramigna? Non ti maravigliar s’io piango, Tosco, quando rimembro, con Guido da Prata, Ugolin d’Azzo che vivette nosco, le donne e ’ cavalier, li affanni e li agi che ne ’nvogliava amore e cortesia l

Mentre eri tu, figlia, meco, la servitú mi era leggiera e assai dolci i travagli, e per te mi smenticava di quella fortuna; ma, dopo che da me fosti separata, me si raddoppiaro gli affanni e ogni piacere m'era dispiacevole e noioso. CLERIA. Imaginatevi, cara madre, che non conoscendo al mondo altra che voi, e poi essendomi tolta, che disperazione era la mia.

Qui, al contrario, non più affanni, cure moleste; lo spirito tranquillo, non isviato da importuni pensieri, non stimolato da febbrili ansiet

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