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Aggiornato: 13 giugno 2025
Non t'arei in mill'anni affigurato; ché pari un altro. FILOCRATE. Aimè! Son bene un altro: cangiato di presenza negli affanni; ma quello sventurato di mai sempre. Io piango di dolcezza e di dolore: ché mi veggio condotto, al fin, lá dove mi fia la morte men dogliosa e grave; da poi che piace al ciel. FRONESIA. Lascia andar questo.
«Signor, per vero e per leale io dò L'amor che porto a lei, così lontano: Giacchè per un sol gaudio che n'avrò, N'ho mille affanni, tanto son lontano! «Gi
In tale frangente bisognava pensare ai bambini che avevano fame, bisognava ingegnarsi in qualche modo, e lavorare coll'anima lacerata dal dolore e col corpo affranto dagli affanni, dalle veglie, dai patimenti d'ogni fatta.
Vennero ben presto nuove angustie derivate dal contegno che doveva serbare la Repubblica all'aprirsi della guerra per la Successione Austriaca. Il docile strumento dei bilanci guerreschi che sembrava adattarsi all'infinito all'umile compito di dare senza nulla mai chiedere, di risarcire il patrimonio pubblico perchè altri spensieratamente lo godesse senza ombra di preoccupazioni o di affanni per l'avvenire, di servire da v
Nell'ebbrezza del momento, Emilia obliò tutti i suoi affanni: Valancourt stesso pareva obliare che esistessero nel mondo altri fuor di lei, ed Enrico, attonito, li considerava in silenzio.
Vita infelice, quando fia 'l dí che fuor di tanti affanni ti scorga Amor, che giá condotta a tale t'ha in poco tempo ch'altro omai non resta in tuo conforto che la morte istessa o di lei la speranza? PILASTRINO. Oh! co! T'ho inteso. Addio; fa' pur da te.
Nell'animo di lui direi quasi che il sentimento massimo sará quello dell'enormitá del peccato e della maestá di Dio irritata, e che la compassione per gli affanni amorosi della fanciulla non sará che un sentimento concomitante.
E sento spesso tante pene che mi stempero tutto; e, in quel, talora vado al luogo comune. E degli affanni non ti dico; perché ne porto addosso quanto un somaro, di quegli degli altri. Pensa de' miei! TIMARO. Anche ti venga il grosso! Non puoi giá uscir di quello. PILASTRINO. Tu non credi, che abbi una innamorata?
PILASTRINO. E benché, qualche volta, di goderla abbia qualche contento, provo spesso l'amare pene, gli affanni, i martíri, i travagli e l'angosce, che, non solo non prova innamorato, ma pur donna, s'è sopra a parto, non gli sente tali, quando ne sto, da poi ch'è giorno, un'ora senza entrare in cantina. ARTEMONA. Io te lo credo.
Certo io non affermo queste cose a Dante essere avvenute, ché nol so; comeché vero sia che, o simili cose a queste, o altre che ne fosser cagione, egli, una volta da lei partitosi, che per consolazione de' suoi affanni gli era stata data, mai né dove ella fosse volle venire, né sofferse che lá dove egli fosse ella venisse giammai; con tutto che di piú figliuoli egli insieme con lei fosse parente.
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