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MORFEO. Ah, poltron asino, che m'hai cieco! se ti giungo! O viro probo, arrige aures a quel che dico. GERASTO. O son sordi o dormono. NARTICOFORO. Perché battete quel ostio con tanta veemenzia? GERASTO. Perché ho voglia d'entrare. NARTICOFORO. Voi dovete esser forastiero e l'arete presa in cambio.

Poscia fermato, il foco benedetto a la mia donna dirizzò lo spiro, che favellò così com’ i’ ho detto. Ed ella: «O luce etterna del gran viro a cui Nostro Segnor lasciò le chiavi, ch’ei portò giù, di questo gaudio miro, tenta costui di punti lievi e gravi, come ti piace, intorno de la fede, per la qual tu su per lo mare andavi.

Christophorus Mauro dei gratia dux venetiarum, etc. Committimus tibi nobili viro Catarino Geno dilecto civi et fideli nostro, ut cum passaggio quod tibi deputavimus in Cyprum te conferas una cum oratore illustrissimi Domini Ussoni Cassani et inde per ditionem Caramani accedas ad presentiam supra scripti domini Ussoni, orator noster.

Poscia fermato, il foco benedetto a la mia donna dirizzo` lo spiro, che favello` cosi` com'i' ho detto. Ed ella: <<O luce etterna del gran viro a cui Nostro Segnor lascio` le chiavi, ch'ei porto` giu`, di questo gaudio miro, tenta costui di punti lievi e gravi, come ti piace, intorno de la fede, per la qual tu su per lo mare andavi.

Lo corpo ond’ ella fu cacciata giace giuso in Cieldauro; ed essa da martiro e da essilio venne a questa pace. Vedi oltre fiammeggiar l’ardente spiro d’Isidoro, di Beda e di Riccardo, che a considerar fu più che viro.

Quod idem Andreas aut alius vel alii pro eo non possint facere nec fieri facere per se vel alios mercationum alluminum aut aliarum, sub poena ducatorum mille, exigenda per advocatores communis. Voti de parte 110. de non 16. non sinceri 3. Nota quod super materia suprascripta facta fuit commisio, viro nobili ser Marco Cornario militi.

Vero unicamente l'atroce presagio del sacerdote scettrato, quando a Prospero Farinaccio, che lo interrogava chi lo avrebbe salvato dalla propria coscienza, rispose: «la vostra coscienzaMulier diligens est corona viro suo. Proverbii.

Ma io dubito, Gerasto, che non vogliate ludificarmi; e poiché voi la volete romper meco, io la romperò vosco. Queste non son cose di viro probo, trattar cose di onore e venir meno della parola. Io mi armerò di iambi e di endecasillabi; narrerò lo fatto in modo che la presente e la futura etade non ignori questo facinore: durerá col tempo, che si leggeranno per i trivi publichi e per i triclini.

PRUDENZIO. Cur non desinis? perché non me lassi parlare? MALFATTO. Perché io so quello che volete dire, però. PRUDENZIO. Ché non lo dici, adunque? MALFATTO. Che volete che dica? PRUDENZIO. Se sei andato dereto a coloro. MALFATTO. A chi coloro? a quali? Fate che ve intenda. PRUDENZIO. Guarda viro impudente, latibulo di spurcizia! Dime un poco: chi te dette quelli quatrini?

Verum mille modos fingit groppatque casones, summittitque homines falsos, nugasque silenter seminat in populo; Baldi bona fama, gradatim malmenata, fluit, iam facta infamia crescit bacchaturque omnem coelo montata per urbem, deque viro illustri canto straparlat in omni, quod ladronus erat, quod fur, quod mille diablos corpore gestabat, quod forcas mille merebat.