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Lo gettò sul letto in modo abbastanza ruvido; ma il sonno dell'ubbriaco era ormai così profondo ch'egli non se ne risentì per nulla. Drollino sedette appiè del letto, e rimase desto per tutta la notte, vegliando Battista. Era giorno fatto quando il cameriere si risentì; girò attorno gli sguardi, attonito di trovarsi , in camera di Drollino. Cosa diamine? chiese.

Ella non riceveva più le lettere di Paolo Herz, restituendogliele chiuse; ella non andava, dove lo poteva incontrare, o vi andava serena in tanta indifferenza, da essere scoraggiante; ella resistette a qualunque tentativo, dei più folli nell'audacia, che egli facesse, per avere un colloquio; ella non sapeva, non voleva sapere quante notti egli passasse sotto le sue finestre, vegliando, con gli occhi rossi dalle lacrime, col passo di un fantasma.

Padre Anacleto era giovane, cominciai, troppo giovane, aveva troppo ingegno, troppe fantasie per la testa, e troppo buon sangue nelle vene. Entrato nella vita monastica con pura e fervida fede, non ne aveva trovata altrettanta ne' suoi compagni di clausura. Si biascicavano intorno a lui molte preghiere, a tutte le ore del giorno, ma senza pensarci, senza fermarsi ad intenderne il significato profondo, sonnecchiandoci su a mattutino, a vespro, a compieta, e non vegliando bene che in refettorio. Padre Anacleto si era rifugiato nello studio, nascondendo il suo intimo pensiero, dissimulando la sua nausea. Dotto di patristica, forte di sacra eloquenza, aveva anche veduto che tutta la dottrina era gi

Passò la notte nell'ordinare i suoi militi, applaudire a' valorosi, rinfrancare i meno audaci e dare ordini per la difesa. Intanto l'oste avversa destando d'ogni parte i fuochi e vegliando nel riordinare i battaglioni e repristinare le armi, accennava anzichè riposare sulla vittoria, di prepararsi a nuove imprese.

Quando sentì il passo di Giorgio, che andava ogni mattina a prender le lettere, allora soltanto si coricò per non far capire alla sua cameriera che aveva passata la notte vegliando.

Infatti non tornò che l'indomani, alle due dopo mezzogiorno; Bice e De Nittis non si erano coricati, vegliando assiduamente il bambino. Quando l'illustre clinico entrò nella camera, l'aspetto smorto, disfatto di quei due parve impressionarlo. Era quasi un bell'uomo, alto, ancora giovane, dai capelli gi

Il ribrezzo che gli si era fitto nelle ossa lo persuase a mettersi sotto le pelli; prese a sollevarle con mano tremante, quando una voce sepolcrale quinci uscendo incominciò a favellare così: Venga il desiderato... quanto mai tardasti! è tanto tempo che io ti aspetto vegliando!

Concettella ritornò a Napoli lo spirito smarrito e colpito da mille presentimenti. Sognava, vegliando, bagno, prigione, coltelli, ghigliotina, sangue, aveva un tremore continuo: il brivido circolava nelle sue vene. Arrivò a Napoli a mezzodì e corse a casa per trovare nella conversazione di Don Diego una diversione al suo delirio interno. Don Diego era uscito. L'aspettò con ansiet

Così fermato, giacchè fra due settimane dovevano compiersi quegli sponsali in San Marco, stabilì mandare a compimento il suo disegno prima di quel termine, e fisso in questo passò la notte mezzo vegliando tra sogni sinistri. Ma un'altra notte lo attendeva assai più funesta di quella.

Duo carissimi spiriti celesti Meco sempre su te stanno vegliando, Cui pochi giorni tu per prole avesti, Poi ratti a Dio volaron giubilando: Nostra gara è scostare i funesti Dal tuo materno aspetto venerando: Una di nostre gioie è sul tuo viso Certo mirar suggel di Paradiso.