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56 L'alto rumor de le sonore trombe, de' timpani e de' barbari stromenti, giunti al continuo suon d'archi, di frombe, di machine, di ruote e di tormenti; e quel di che più par che 'l ciel ribombe, gridi, tumulti, gemiti e lamenti; rendeno un alto suon ch'a quel s'accorda, con che i vicin, cadendo, il Nilo assorda.

I soldati longobardi adunque, i Normanni, gl'Italiani, i loro capi, il popolo, la maestranza, tutti si uniscono, e a suono di timpani e di oricalchi, levato Guglielmo sopra uno scudo, gli affidano il gonfalone della loro nuova terra, gli danno l'elmo sormontato da cerchio d'oro e la rotella insignita della divisa medesima in campo di argento, e lo proclamano conte di Puglia riconoscendolo per loro primo condottiero e signore.

Andavano innanzi, aprendo il corteggio, gli araldi delle Compagnie di ciascun’arte, sopra cavalli bardati in foggie tutte bizzarre, come le vesti loro; parte suonando le trombe, parte i tamburelli; e ciascuno con una piccola banderuola in asta che sorpassavagli il capo, portante l’insegna dell’arte propria. Seguivano poi a piede, riccamente vestiti, i rettori delle arti maggiori coi loro componenti e coi loro gonfaloni, tutti intorniati di fiorite ghirlande. Nel centro appariva il gran maio portato in alto da un nerboruto garzone vestito di rosso, cui facevan corona giullari saltanti che percotevano nacchere e sistri: quindi una schiera di senatori di pifferi, di flauti, di nacchere (una specie di timpani), di cenamelle (stromenti a fiato) e di mandolini. Poi un’altra di sonatori di cembali, di crotali, di viole, di arpicordi, di trombe, di cornamuse, che dividevano il gruppo dei cantori delle ballate. Si chiudeva il corteggio coi rettori delle arti minori, loro consorti e gonfaloni; cui dietro faceva pressa una festante popolazione. Lungo la strada non era tabernacolo sacro che non avesse accesi più lampadari, e non fosse attorniato da festoni di freschi fiori. Costume che in questo giorno nella citt

È lui che ferma a un tratto i timpani delle gamelle e dei fucili cozzanti, per lasciar cantare a voce spiegata sull'orchestra degli strumenti in sordina, tutte le stelle d'oro, ritte, aperte le braccia, sulla ribalta del cielo. Siccome ogni specie di ordine è fatalmente un prodotto dell'intelligenza cauta e guardinga bisogna orchestrare le immagini disponendole secondo un MAXIMUM DI DISORDINE.

Quivi tutti con gli occhi al ciel supini Dio ringraziar del buono avvenimento. Or non v'è più timor de' paladini: il più tristo pagan ne sfida cento; ed è concluso che senza riposo si torni a fare il campo sanguinoso. 29 Corni, bussoni, timpani moreschi empieno il ciel di formidabil suoni: ne l'aria tremolare ai venti freschi si veggon le bandiere e i gonfaloni.

, grazie, dice Anne-Marie, appressando all'orecchio il manico del violino, e con le dita della destra pizzicando leggermente le corde. Poi, con gesto deciso e rapido lo appoggia alla spalla sinistra e si mette in posizione. Di nuovo il direttore d'orchestra batte due colpi secchi sul leggìo, e alza il braccio. Br-r-r-r-r-r, rullano i timpani.

Il rullo dei timpani serve nel melodramma ad annunziare l'arrivo di un personaggio fatale, che il più delle volte suol essere un marito becco. Qualche volta il suo funereo brontolío serve a descrivere il silenzio, o la intima disperazione di una prima donna colta in flagrante adulterio.

41 Essendo la battaglia in questo stato, l'imperatore assalse il retroguardo dal canto ove Marsilio avea fermato il fior di Spagna intorno al suo stendardo. Con fanti in mezzo e cavallieri allato, re Carlo spinse il suo popul gagliardo con tal rumor di timpani e di trombe, che tutto 'l mondo par che ne rimbombe. I nimici faranno opra di ragni, se non manchiamo noi del dover nostro.

Stanchi delle lunghe ire, il re e l'imperatrice ammollirono le feroci anime, e finalmente fecero pace. Ed ogni schiera, preceduta da inni, da cantici, dal fragore de' timpani, da suoni e da sinfonie, adornata di verdi rami, si riduceva alle proprie case. E da per tutto, da per tutto, sulle strade, sui sentieri, giovani e vecchi traevano incontro ai «viva» d'allegrezza de' vegnenti.

Tosto il marchese uno stafiere avvisa, gridando: È qui Marfisa, è qui Marfisa. Terigi è quasi fuor de' sentimenti: giú delle scale va precipitando. Don Gualtieri comanda agli strumenti che accettino Marfisa alto suonando; ed un rumor, che fe' tremare i venti, feciono i suonatori a quel comando, con una marcia di timpani e corni ed obuè piú dotti de' contorni.