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O pastori sommersi nella bruma del vespro!... Flauti piangenti, flauti lamentosi, e languide canzoni dalle cadenze lascive che tristi vezzeggiate questo paesaggio rude tutto febbrile di stelle, cullandolo come un bambino nelle fasce sospese e trasparenti delle vostre arie nostalgiche frangiate d'azzurro! O pastori sommersi nella bruma del vespro!... Ah!

«È il tramonto-direttore d'orchestra, che con un gesto ampio raccoglie i flauti sparsi degli uccelli negli alberi, e le arpe lamentevoli degli insetti, e lo scricchiolìo dei rami, e lo stridìo delle pietre.

Da parte sinistra era un uomo lungo, magro, ossuto così, che quando ebbe tirate su le calze, le gambe vi sguazzavano dentro come flauti: aveva il volto giallo come olio da lumi, bucherellerato in guisa, che sembrava composto di cacio parmigiano; intorno agli occhi ricorreva un cerchio turchino, e gli occhi in mezzo lustri, ma privi d'intelligenza, e fissi come quelli del falco.

Verso sera, con un baccano infernale, arriva una carovana di forse 150 individui che cantano, gridano, suonano ghitarre e flauti di canna, per festeggiare il matrimonio del fratello del governatore che mette il suo campo a pochi metri dal nostro. Vanno così girando e gozzovigliando per parecchi giorni, e sono un vero flagello pei poveri paesi dai quali passano.

Andavano innanzi, aprendo il corteggio, gli araldi delle Compagnie di ciascun’arte, sopra cavalli bardati in foggie tutte bizzarre, come le vesti loro; parte suonando le trombe, parte i tamburelli; e ciascuno con una piccola banderuola in asta che sorpassavagli il capo, portante l’insegna dell’arte propria. Seguivano poi a piede, riccamente vestiti, i rettori delle arti maggiori coi loro componenti e coi loro gonfaloni, tutti intorniati di fiorite ghirlande. Nel centro appariva il gran maio portato in alto da un nerboruto garzone vestito di rosso, cui facevan corona giullari saltanti che percotevano nacchere e sistri: quindi una schiera di senatori di pifferi, di flauti, di nacchere (una specie di timpani), di cenamelle (stromenti a fiato) e di mandolini. Poi un’altra di sonatori di cembali, di crotali, di viole, di arpicordi, di trombe, di cornamuse, che dividevano il gruppo dei cantori delle ballate. Si chiudeva il corteggio coi rettori delle arti minori, loro consorti e gonfaloni; cui dietro faceva pressa una festante popolazione. Lungo la strada non era tabernacolo sacro che non avesse accesi più lampadari, e non fosse attorniato da festoni di freschi fiori. Costume che in questo giorno nella citt

Ah! li spezzerò, i vostri flauti persuasivi... Ed i loro tronconi?... A voi, a voi... per nutrirne la rosea fiammata del mio calmo bivacco!... Oh! non ridete! Altro non è che un fuoco di sterpi per allontanare le fiere e arrostir carni prima di ripartire!...

Guai a coloro che seguono la luce belante della luna e i lamentevoli clarini delle mandre, e i flauti amari dei pastori, che perdono vìa per l'azzurro i lunghissimi filamenti dei loro suoni nostalgici! Guai a coloro che rifiutarono d'accordare il galoppo del loro sangue al galoppo del mio, devastere.

Languido, languido vellutato, un po' lamentoso per estrema dolcezza, quando il motore fa da freno in discesa. Ora si sale. Ne gioisce il motore e al suo rumore aggiunge flauti, clariiini, violiiini. Poi nitriiiti, nitriiiti di tutti i cavalli scalpitanti che contiene. L'armonia si completa col cigolio di tutte le costole d'acciaio. Vibrano, le giunture metalliche.