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Per alcun tempo attonite Portano le cittadi il flagel rio, Indi, poichè ogni provvida Arte inutile appar, volgonsi a Dio. Ed allor sorgon uomini Per eloquenza e santo cor sublimi, E con ardir magnanimo Rinfacciano lor colpe ai grandi e agl'imi. Della rampogna ridere Vorrìa il perverso, e gi

spirto di Cristian per lei si desta? Freme Occidente, ed a disfarsi in guerra Sorgon gli scettri, e l'uno e l'altro infesta, È di fallace onor ciascuno ingordo, Ed al divin cieco diventa e sordo.

Cantando, ripensiam che breve è il giorno e che rimena il vespero la sera: sorgon le nubi e il gonfalone adorno piega improvviso e cade alla bufera; vediam lontano e in mezzo al ciel la Spera che tutto accoglie nell'Eterno Amore; ed esclamiamo: «Oh, quando al suo splendore saran l'anime nostre redimiteDas ist deine Welt? Das heisst eine Welt? Faust GOETHE.

.... Giardin ch’io sogno, i tuoi cancelli spranga. Bizzarri e inestricabili viluppi di tronchi e fronde, e rose e rose a gruppi sorgon dal suolo che non sa la vanga. In te il silenzio è cosa viva, ch’io stringo a me come un mazzo di corolle. D’esso mi nutro, e del mio sogno folle. D’esso mi fascio, e son simile a Dio.

Il riso slancia da l’acquoso piano Gli steli verdi e snelli, Sorgon bianche ninfee da le paludi, Variopinte corolle in mezzo ai prati, Ovunque i soffii ravvivanti e crudi Son dei fieni falciati; Un’alma vive in ogni filo d’erba. Un’alma vive in ogni atomo errante. Tutto, con franca volutt

Varia la scena, sorgon sontüose Ville di marmo in mezzo alla verdura, Dove ne olezzano Sui vecchi muri le novelle rose, E s'apre un atrio pieno di frescura. Amo errare così per il paese Vasto del sogno ove tutto s'oblìa... Ma poi mi sveglio, La vita torna a diventar palese, E mi ritrovo sulla dura via.

L'uomo è languente come la natura. Sorgon dall'alme le armonie nascose, Pendono gi

Discopron elle in tra' capei prolissi, ridendo a sommo, il ventre bianco e il petto. Or, prono a la soave riva, il lene Ila sente vanir sua conoscenza, quasi di bocca la divina essenza d'un frutto gli si strugga per le vene. E le najadi in lunga teorìa sorgon, gli avvincon de le braccia il collo. Ila chiomato, oh simile ad Apollo! Ei beve, ei beve; e il caro Ercole oblìa.

Ai quattro angoli s'alzano quattro grandi torri quadrate col tetto a punta, che rappresentano i quattro piedi della graticola; la chiesa e il palazzo reale che sorgon da un lato, simboleggiano il manico; gli edifizi interni che congiungono i due lati più lunghi, tengon luogo delle sbarre traversali.

Pur, come un le streghe di Macbeth sul sentiero, A soffermar per poco del Mondo il passo altero, Sorgon tre sfingi; e sono sfingi rabbiose e grame; I moralisti ipocriti, gli eserciti e la fame!