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Allor fra gli altri in minaccevol fronte Alete grida al fuggitivo stuolo: Non temerete voi, ch'altri racconte, Ch'andate in fuga? e che cacciovvi un solo? Così parlava disdegnoso. E pronte Pur le turbe al fuggir volgonsi a volo Impallidite: ma con fier sembianti Di nuovo ei corse, e lor parossi avanti.

Femine e vecchi, abbandonata etate, Mal atti al peso de' guerrieri acciari, Volgonsi al tempio a ricercar pietate, Dio supplicando appo i sacrati altari; E tra fanciulle di bellezza ornate, E che d'alta onest

Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, e ’l ventre largo, e unghiate le mani; graffia li spirti ed iscoia ed isquatra. Urlar li fa la pioggia come cani; de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo; volgonsi spesso i miseri profani. Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, le bocche aperse e mostrocci le sanne; non avea membro che tenesse fermo.

8 Cloridan, che non sa come l'aiuti, e ch'esser vuole a morir seco ancora, ma non ch'in morte prima il viver muti, che via non truovi ove più d'un ne mora; mette su l'arco un de' suoi strali acuti, e nascoso con quel ben lavora, che fora ad uno Scotto le cervella, e senza vita il fa cader di sella. 9 Volgonsi tutti gli altri a quella banda ond'era uscito il calamo omicida.

Per alcun tempo attonite Portano le cittadi il flagel rio, Indi, poichè ogni provvida Arte inutile appar, volgonsi a Dio. Ed allor sorgon uomini Per eloquenza e santo cor sublimi, E con ardir magnanimo Rinfacciano lor colpe ai grandi e agl'imi. Della rampogna ridere Vorrìa il perverso, e gi

Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, e 'l ventre largo, e unghiate le mani; graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra. Urlar li fa la pioggia come cani; de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; volgonsi spesso i miseri profani. Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, le bocche aperse e mostrocci le sanne; non avea membro che tenesse fermo.

Mirate i cerchi de l'abisso, e quante Gemono al vostro giogo alme funeste, Tutte per se bramolle il Re stellante, E voi lor tutte in questo ardor traeste. Così parlava latrator, mugghiante Contra l'eccelso tonator celeste, Quinci obbliando d'Ottoman lo scherno Volgonsi crudi a tormentar l'inferno.

Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, e ’l ventre largo, e unghiate le mani; graffia li spirti ed iscoia ed isquatra. Urlar li fa la pioggia come cani; de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo; volgonsi spesso i miseri profani. Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, le bocche aperse e mostrocci le sanne; non avea membro che tenesse fermo.