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[Nota 32: In un canto veneziano, certo cavaliere de Franzia bela uccide a Londra un uomo in duello, e per non aver brighe con la giustizia, prende il volo. Imbattutosi a caso nella donna del morto, che riposava a l'ombra de un giardin, questa sente da lui la sua disgrazia. Il cavaliere, con galantería tutta francese, anzi parigina, si offre di sposarla esso in compenso: ma la buona vedova non abbocca, e risponde:

Il vecchio giardiniere allora vide Fuggire i due amanti impalliditi: La bella villa dai cortesi inviti Or sembrava un soggiorno di iattura, Scansando il malaugurio, dalle mura Usciron presto del giardin deserto, E ripresero il lor cammino incerto. Il palazzo è di marmo, e le fontane Ebber zampilli lieti e gorgoglianti; Sovra i pilastri due leon rampanti Superbi ancora alzan le zanne vane.

Il tuo bel giovinetto Aldo partìa Per la terra dei mali un d'aprile, Mentre di rose rubiconde e bianche Fiorìa tutto il giardin: e ancor fiorisce Maggio che lui gi

109 Non ebbe così tosto il capo basso, che chiuse gli occhi, e fu dal sonno oppresso così profundamente, che mai tasso ghiro mai s'addormentò quanto esso. Martano in tanto ed Orrigille a spasso entraro in un giardin ch'era appresso; ed un inganno ordir, che fu il più strano che mai cadesse in sentimento umano.

Or lungo fu il viaggio e per le frappe e le forre dell'Alpe, l'alabarda nostra splendette e le vermiglie cappe giocar col vento della notte tarda. Vediam ne' tuoi giardin' rider le grappe

16 Averlo fatto poi ben le rincrebbe, che 'l suo giardin disfar vide con esso. Che strazio dunque, che ruina debbe far or ch'in man di tal guerriero è messo? Se mai Ruggier furor, se mai forza ebbe, se mai fu l'alto suo valore espresso, qui l'ebbe, il pose qui, qui fu veduto, sperando dare alla sua donna aiuto. 17 Qual fa la lepre contra i cani sciolti, facea la turba contra lui riparo.

13 Verria costui sopra un navilio armato, al terminato tempo indi a levarmi. E così venne il giorno disiato, che dentro il mio giardin lasciai trovarmi. Odorico la notte, accompagnato di gente valorosa all'acqua e all'armi, smontò ad un fiume alla citt

dice, e passa il varco, onde si serra Quell'orto a gli occhi de' mortali ascoso, Quell'orto, che per l'onda e per la terra, E per l'aure del ciel sempre è gioioso; Vedeasi fiume che trascorre ed erra Qual puro elettro per lo campo erboso, Creare uscendo dal giardin giocondo I quattro fiumi celebrati al mondo.

Nei giardin' delle Fate viaggiam fermi e sicuri. Oh ve' laggiù l'acanto protende i rami oscuri: e nulla v'impauri perch'io vi guardo e v'amo. Ma il bacio sovra umano, voi mi concederete? O belle, udite, udite il dolce incantamento. Amor fa il suo lamento nelle valli romite. La gioconda brigata che s'apparecchia a festa è giovine e sbrigliata ma non ha sale in testa.

Il sorriso ed il pianto L'esistenza è una cinica fiumana Che a ignoto mar discende! Oggi a foschi burron passa daccanto, Tra i fior domani d'un giardin risplende Sotto i raggi dell'alba, ed alla sera Rugge fra i massi d'orrenda scogliera! Quand'io ti strappo, o breve cartolina, Sento una stretta al cuore; Sento la giovinezza che declina; Penso che l'uomo tutti i giorni muore! Luglio 1876.