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Dice Pindaro che infiniti errori sono appesi alle menti degli uomini. Vorrò io forse immaginare che soltanto la mente mia vada scevra di tali ingombri? Davvero, io non esercito la professione dell'uomo modesto, che troppo sovente va a braccetto con la ipocrisia e con la interessosa volponeria; ma neppure nutro una cosí stolta presunzione. Però, prima di giudicare entro me una cosa, ne esamino i fondamenti: prima di esprimere il giudizio, ci penso su due volte: sicché non m'avviene di asserire nulla di cui non possa poi rendere le mie ragioni. Queste potranno parere buone o cattive, e sarò sempre grato a chi mi dimostrer

Sia come tu vuoi; disse mastro Jacopo. Andiamo a tavola. Io non mi nutro con gli occhi, come te, ed ho una fame assaettata.

Sapete bene che io nutro per voi della gratitudine e del rispetto. Ma non dell'affetto, Curzio? Del rispetto e della gratitudine! Il vostro cuore non vi detta nessun altro sentimento per me?

Ma il mio pudore non mi permetteva di cedere all'invito di quelle dame rispettabili; io mi sentivo salire il rossore fino alla punta del naso; e mi provai a far loro conoscere la mia ripugnanza con un discorso di questo genere: Egregie signore... compitissime signore... le mie abitudini di toeletta;... il rispetto che io nutro per le loro persone... non mi permettono di mostrarmi qui in tutta la semplicit

Orbo ti dico, se è vero che questa è una finestra aperta e non un armadio: orbo, se è vero che quest'aria calda vien dal giardino e non dalla bocca di un forno; orbo, se è vero che il mio naso sente un gran profumo di fiori e di piante resinose, mentre io non vedo una saetta. Avete un bell'ingannarmi, ma son tre giorni che nutro questo sospetto. Era troppo il buio, qua dentro.

.... Giardin ch’io sogno, i tuoi cancelli spranga. Bizzarri e inestricabili viluppi di tronchi e fronde, e rose e rose a gruppi sorgon dal suolo che non sa la vanga. In te il silenzio è cosa viva, ch’io stringo a me come un mazzo di corolle. D’esso mi nutro, e del mio sogno folle. D’esso mi fascio, e son simile a Dio.

Io nutro il mio corpo a mio modo. Lo spalmo con le mie erbe. Bagamoio, col fucile ad armacollo, si allontana nel buio della foresta. bevendo in una zucca il «malafù», vino di canna da zucchero. Com'è buono, questo malafù! Lo voglio serbare per Kabango! Dov'è, Kabango?

Ora che cosa dovrei fare io? Opporre insinuazione ad insinuazione, impertinenza ad impertinenza, equivoco ad equivoco? No no, cari i miei classicisti: codeste sono armi da non invidiare al buffone Sarmenta, da lasciare ai Messi Cicirri, e non da impugnarle i galantuomini. Vero è che il troppo stroppia, e che alla lunga anche un galantuomo potrebbe seccarsi. E allora vorrebbe essere un'altra musica. Ma, anche una volta, tollera, tollera, mio cuore! Io non nutro il menomo rancore verso queste brave persone che tanto mostrano di nutrirne verso di me: io non ho interessi da difendere vendette da esercitare: , d'altra parte, ignoro che, quando si combattono idee troppo diffuse e rispettate, conviene usare molta pazienza; e poi le aspre polemiche inducono anche i piú misurati a varcare i confini delle proprie convinzioni e della verit

Se non avessi avuto tale certezza non mi sarei decisa ad affidarvi il delicato còmpito di essere una fidata compagna alla figlia mia. Io nutro speranza che colle vostre doti d'ingegno e di cuore saprete corrispondere nel modo più degno alla fiducia ch'io pongo in voi. Così facendo vi acquisterete il diritto di essere nella mia casa non più un'estranea, ma un'amica....