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Che cosa t'ho descritto? Non so. E ti ho descritto, o credo? Non so, davvero. Queste mie righe sono impressioni, Tratti di penna, schizzi: se tu volessi linee rigide e contorni precisi, sai che ci sono guide, buone e grame, e fotografie. Dunque non gettarmi in un cantuccio, se non adopero squadra metro. Però, se vuoi, eccoti le dimensioni. Incominciamo da serii: Altezza della torre, piedi 57.

E se non fosse ch'io drizzai mia cura, quand'io intesi la` dove tu chiame, crucciato quasi a l'umana natura: 'Per che non reggi tu, o sacra fame de l'oro, l'appetito de' mortali?, voltando sentirei le giostre grame. Allor m'accorsi che troppo aprir l'ali potean le mani a spendere, e pente'mi cosi` di quel come de li altri mali.

Esile ed avvilita, in vesti grame, Piansi di freddo e fame. Crebbi così, racchiusa in un dolore Torvo, senza parole; Crebbi col buio intorno e qui nel core Una feroce nostalgia di sole. D’occulti pianti e di sconforto vissi, Soffersi e maledissi.

mugghiava con la voce de l'afflitto, si` che, con tutto che fosse di rame, pur el pareva dal dolor trafitto; cosi`, per non aver via ne' forame dal principio nel foco, in suo linguaggio si convertian le parole grame. Ma poscia ch'ebber colto lor viaggio su per la punta, dandole quel guizzo che dato avea la lingua in lor passaggio,

La sua camicia candida non era, ma tuttavia teneva i manichini grossi, antichi, giallastri e picciolini. Le calze ha cenerognole di stame, che aveano sparse alcune cicatrici, guarite, or colla seta verderame, or colla rossa, da' buchi nimici. Piangean le scarpe dolorose e grame, che aveano avuti assai pietosi uffici. Malgigi delle volte piú d'un paio lor dedicato aveva il calamaio.

Viva l’incendio che bruciando annienta Le tue lacere vesti e la tua fame, Viva l’incendio che all’ignoto avventa Le tue viscere grame; Che, per un’ora almen, su te raccende La sterile piet

Pur, come un le streghe di Macbeth sul sentiero, A soffermar per poco del Mondo il passo altero, Sorgon tre sfingi; e sono sfingi rabbiose e grame; I moralisti ipocriti, gli eserciti e la fame!

Amo cionondimeno lasciarle correre, come furono scritte dapprima, per non avere a ritoccare la dedicatoria, nella quale v'hanno, io mi penso, considerazioni giustissime intorno alle grame condizioni della vita letteraria italiana. E prego il cortese editore a lasciarle correre del pari, rammentando che repetita juvant, e per molti rispetti, se non per tutti, verranno a taglio anche adesso.

Ei sapeva che il cielo esisteva; che i mali, Con cui l'avean qui in terra i tristi vilipeso, Gli fruttavan la gloria del trono ov'era sceso! Ma per noi questo cielo, questa speranza sola, È un mistero!... Per noi il cielo è una parola!.. Perchè voler, da fragili e grame creature, Ciò che forse è miracolo per divine nature?

mugghiava con la voce de l’afflitto, che, con tutto che fosse di rame, pur el pareva dal dolor trafitto; così, per non aver via forame dal principio nel foco, in suo linguaggio si convertïan le parole grame. Ma poscia ch’ebber colto lor vïaggio su per la punta, dandole quel guizzo che dato avea la lingua in lor passaggio,