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«Knoedel», diceva Fräulein. risotto, diceva lo zio Giacomo. «Leberwurst», diceva Fräulein. cappelletti al sugo, diceva lo zio Giacomo. E a tale pensiero egli si sentiva struggere di nostalgia. Un giorno anche Valeria ebbe un accesso di nostalgia, di nostalgia acuta e straziante. Era precisamente il giorno del torneo di tennis una giornata d'oro e d'azzurro che rammentava l'Italia.

Silvio ci prendeva gusto, cercava di far conoscenza con buoni cuochi, andava a vederli al fornello, domandava informazioni, suggerimenti, consigli, s’indirizzava ai parenti ed agli amici per ottenere delle ricette di piatti squisiti. Scrisse una lunga lettera a suo cugino di Brianza pregandolo di mandargli una informazione precisa sul modo di fare il risotto alla milanese e i maccheroni al sugo.

Terremoto! proruppe il francese ponendosi il mantile sulle ginocchia ed accingendosi a divorare una bomba di fumante risotto. Non c'è che dire, allorquando si vuol essere prontamente serviti e serviti comme il faut bisogna proprio venire all'Ussero. È l'albergo migliore ch'io conosca in Milano. E che vino; si direbbe che Bacco ha degnato d'un suo sorriso la cantina dell'oste.

Quando un'altra cosa venne a toglierlo dalle sue meditazioni. Egli s'accorse come la marmitta del risotto fosse vuota, e che pure il fiasco versasse in deplorabile stato. Terremoto! gridò allora con tutto il calore dell'anima; guardate, non abbiamo più niente, è scomparso tutto. Ehi, cameriere, il campo è sprovveduto, presto delle munizioni, che non venga meno l'ardore dei combattenti....

La nasona! pensò fra Giacomino, e si voltò contro il muro borbottando: Avanti: cosa c'è? Ma appena entrata la fanciulla, si voltò attratto da un profumo vivificante. La Cammilla teneva un lume e una bottiglia di vino da una mano, dall'altra un bel piatto di risotto caldo.

Hai proprio detto centotre scalini? chiese ancora Massimo, fermandosi a prendere un po' di fiato all'ombra di una cappelletta sull'incontro di tre viottoli. Il tempo di cuocere il risotto: abbi pazienza! C'eran questi centotre scalini dodici anni fa? C'erano, ma forse erano più dolci. Anche i sassi peggiorano col tempo.

Quando Cammilla scese per prendere l'altra roba, Giacomo cominciò a mangiare il suo risotto, pensando alla cugina. E il naso?... come mai?... Dacché è un po' ingrassata le si è raddrizzato, il mento e il nasone sono spariti.

Anzi, è un piacere disse Varedo. Le parole erano cortesi, ma l'accento era gelido. Ecco il risotto! gridò Gustavo Aldini. Secondo le sapienti disposizioni dell'ingegnere le sedie erano collocate soltanto a tre lati della tavola lunga e stretta, di modo che nessuno voltasse le spalle al mare.

Invece le prese la mano. Come fai a cucinare il risotto e ad avere le mani così bianche? Ho visto le tue rispose la Cammilla, superba di essere osservata. E i piedi? hai un bel piedino? Lasciami vedere. No, no, no! gridò Cammilla, arrossendo, turbata, spaventata, e si chinò per nascondere i piedi sotto le vesti.

All'Ussero mi sento in patria, evviva l'Ussero! Ed afferrando il colmo bicchiere lo vuotava avidamente d'un fiato. Havvi un fiume, amico mio, rispose pacificamente il tedesco fra una cucchiajata e l'altra di risotto, che nasce nel seno della Svizzera e che serpeggiando rapido fra fertili pianure e fioriti declivi forma colle sue acque un lago che, la natura rivestì de' più ridenti panorama.