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«Voi dite il falso, Rogiero;... pensate che non vi riconoscesse Yole nel torneamento della Sala verde¹ il giorno della incoronazione di mio padre? Non portavate i miei colori, la grimpa celeste che smarrii il giorno innanzi? Volenterosa vi avrei posto sul capo il premio della vittoria, ma vostri furono soltanto gli applausi delle dame del torneo

Un Amorino venne a querelarsi al picciolo Iddio di certa giovinetta che aveva abbandonato l’amante suo, ma poiché Venere difese la colpevole e poiché Marte, il quale aveva ragioni sue proprie di contraddizione alla dea, sostenne il cavaliere amante, bisognò trovare la fine del contrasto in particolari certami e in un generale torneo. Veramente ci fu ad intermezzo la comparsa della Gelosia in forma di larva orrenda con uno stuolo di

«Knoedel», diceva Fräulein. risotto, diceva lo zio Giacomo. «Leberwurst», diceva Fräulein. cappelletti al sugo, diceva lo zio Giacomo. E a tale pensiero egli si sentiva struggere di nostalgia. Un giorno anche Valeria ebbe un accesso di nostalgia, di nostalgia acuta e straziante. Era precisamente il giorno del torneo di tennis una giornata d'oro e d'azzurro che rammentava l'Italia.

E Valeria si addormentò. Ma Edith, nel buio pensava. Edith si alzò prestissimo l'indomani, e condusse Nancy a cogliere le primule nei boschi. Fu così che Nino e Valeria dovettero andare soli al tennis. Una ragazza grassa e torpida prese il posto di Edith nel torneo. Valeria rise tutta la mattina.

Dunque sono io tanto sventurato? La mia memoria non può ricordare nulla che giovi a blandire con le illusioni un'anima lacerata da tante angoscie reali? Oh! bello lusinga il regno delle immagini, ma il loro fascino è come quello del serpente; questo finì col peccato, quelle finiscono coll'inaridire la mente che a loro si abbandona. Pure il giorno che il suo genitore assunse la corona de' Re, ella lasciava cadere ai miei piedi la grimpa che le cingeva la persona: io la raccolsi.... e meco trionfò nel torneo.... ed ora mi posa sul cuore, e sar

Ancor se il mio voler indugia A ripeter l'incanto, ecco ch'io traggo A me vassalli quanti cavalieri Portar la grazia del valor dipinta Nei bianchi scudi e furono di dame Pallide grazioso patimento: E par che al lor trascorrere risuoni Il rumor del torneo misto ai singhiozzi Delle mandole.

«Quanto era meglio per voi, che Goffredo di Presilles non inventasse il torneogridò il Monforte ferendo di gran forza il Cavaliere primo venuto: «pensate a non dar tanto affanno alla vostra dama, a non far piangere la madre vostra.» «Volete soccorsodisse, sopraggiungendo, il Cavaliere del fulmine al suo compagno, che vide in due o tre parti ferito.

Dove sono?... Dove sono?... Piombati, scomparsi in un subitaneo svenimento del suolo.... Aspettami, buon Motore, e contempla in silenzio! Ecco un torneo magnifico di belle fiamme cavallerizze ritte su alti cavalli di fuoco che corrono in giro rapidi da sembrar privi di zampe!... Siamo in un circo stupefacente! I teatri vulcanici.

A Roma fu bandito il torneo; vi combattevano sconosciuti Rogiero, e quel Ghino di Tacco, tanto famoso masnadiero d'Italia: terribili colpi io vidi menarvi, e tali che non credo sieno mai stati nel mondo, non che maggiori, uguali. Miseri noi, Messere, se un giorno ne fossimo segnoAnselmo mutò di colore, e con voce mal ferma ordinava: «Va innanzi

Non altrimenti le Corti di amore, i colori della dama valorosamente portati in Palestina e l'ambito premio del torneo, ci rappattumano colle feroci memorie del Medio Evo. Quid foemina possit....