United States or Sudan ? Vote for the TOP Country of the Week !


Il Natale? Bisognava toglierlo dal calendario. Il 25 dicembre doveva diventare giorno lavorativo, ed in quel giorno venir dato al popolo un altro giorno festivo; p. e. il Natale dell'anarchia. La data era indovinata. Attorno al Natale nasce il sole, il quale incomincia la sua ascesa e festeggia il suo trionfo sopra le tenebre.

Il Fossano giunse in punto da potere udire con chiarezza queste parole, e il gondoliere che, scarico di pensieri, batteva il suo remo sulla placida laguna, sentì afferrarsi dalla mano tremante del Fossano che proferì, battendo i denti, queste precise parole: «Hai tu udito, ho io compreso bene?» E il suo volto si venne sfigurando di maniera che il gondoliere, maravigliato a quelle parole e a quell'atto, si ristette pensoso a riguardarlo per qualche tempo, e congetturò il vero: accompagnato di poi il giovane sino alla soglia della casa ove alloggiava, e visto che l'apparenza di lui continuava ad essere peggio sparuta che mai, lo accompagnò coll'occhio, mentre colui saliva la scala, e crollava il capo dicendo: Dio gliela mandi buona, ma questo giovane è a malissimo partito. E come uomo assai bonario e pietoso, visto uscire di quella casa un fante che sapeva essere al servigio del cavaliere lombardo, lo chiamò a raccomandandogli vegliasse bene attorno al suo padrone, il quale aveva bisogno di soccorso, e soprattutto si guardasse bene dall'abbandonarlo. E assai gli giovò quell'avviso, che il Fossano, pensando che per lui non era più a far nulla in questo mondo, aveva determinato mandare ad effetto in quella notte medesima ciò che non aveva voluto fare alcuni giorni prima. Nell'ora infatti che tutto è quieto in Venezia, uscito il Fossano della sua stanza, e visto che il servo dormiva, pensò ch'era venuto il momento opportuno, e pian piano ritornò nella sua camera. Al fante, che vegliava ad occhi chiusi, diede sospetto quella visita di Alberigo, e visto che non era tempo di starsene a giacere, pensò recarsi all'uscio della camera ove stava il padrone, e origliarvi attento. Dopo qualche momento gli parve udire a parlare. Accresce l'attenzione, ode una fervorosa preghiera, poi alcune parole senza costrutto, in fine un silenzio profondo quasi non vi fosse anima nata. Allora, come gli venne in fantasia, e fu gran ventura, bussa all'uscio, e l'uscio cede, chè, per caso, il Fossano non l'avea chiuso. Il lume era stato spento; chiama il Fossano. Chi è qui? Son io, non abbiate alcun timore, gli risponde il fante. Esci presto di qui, e va a dormire, gli ingiunge il Fossano, ma con tanta insistenza che era facile comprendere che ci dovea esser sotto qualche cosa. E il fante uscì di fatti, ma ritornò col lume. Rientrato vide ciò che per quanti sospetti avesse, non si aspettava tuttavia di vedere. I lenzuoli del letto dove il Fossano s'era gettato a giacere, erano in una parte inzuppati di sangue. Che cosa avete fatto! gli grida il servo. Il Fossano si era proprio, come aveva meditato alcuni prima, con quell'acutissima sua daga, aperta una vena e lasciatone uscire il sangue liberamente. Vedendosi scoperto in quel modo il Fossano si rimase come avvilito, e alle domande del servo non volle rispondere mai nulla. Vergognava d'essersi lasciato cogliere; ma a toglierlo di quella vergogna fu soprappreso, pel molto sangue ch'era gi

Oltre che aveva gran voglia di vedere il messinese, questi veniva a toglierlo da una situazione penosa. Gli pesava trovarsi in quella casa ove si parlava del duca, della duchessa ad ogni istante, con insistenza quasi. Non aveva ricevuto notizie di don Francesco, ed era gi

E da ultimo era intervenuta anche la famiglia del conte Fabiano, madre e fratelli, per toglierlo ai due coniugi in guerra e metterlo in collegio.

Un chierico della chiesa, ch'egli aveva lasciata pochi minuti prima, venne a toglierlo da quella contemplazione. Don Omobono, disse il chierico, eravate appena partito dalla sagrestia, che il padre Bindi ha mandato a cercare di voi con gran premura. Il padre Bindi! disse don Omobono sgusciando gli occhi. Ha cercato di me? E con grande premura.

l'aver sentito dal servo dell'ammiraglio, il quale gli si era fatto incontro sugli scaglioni, che Candiano sarebbe stato eletto al dogato, bastava a toglierlo da' suoi timori, che la politica tenebrosa di Venezia, della quale forse non s'accorgeva interamente chi era nato sulle lagune, era nota assai fuori de' confini di San Marco, che anzi, per non esservi quelli che chiudevano la bocca a chi parlava, veniva dipinta con colori foschi e terribili più di quello forse che comportasse il vero.

Quando venne il caporale per toglierlo di sentinella, lo trovò in quello stato, fu deriso da tutti come pauroso, e alla mattina fu portato all'ospedale con una febbre gagliarda. Quegli che produsse la disgrazia del soldato boemo fu Giano. Egli aveva promesso al principe un segno palpabile del suo trionfo.

E la Baby a ridere, a scherzare con Andrea e con Marco Baldi e ad ordinare, proprio al Damonte, di farle vedere un gran piatto di porcellana, esposto in modo che, per toglierlo dalla mostra, bisognava buttare tutto all'aria.

In quel punto la porta s'aprì e una voce annunziò: Il medico. Entrò il dottor Jemma. Stavo per arrivare. Ho incontrato il calesse. Che c'è? Senza aspettare la risposta, s'avvicinò a mio fratello che teneva ancora su le braccia Raimondo; glie lo levò, l'esaminò, si oscurò in viso. Disse: Calma! Calma! Bisogna sfasciarlo. E lo posò sul letto della nutrice, aiutò mia madre a toglierlo dalle fasce.

Lo ripeto: povero popolo! perchè non toglierlo dalla ignavia, in cui l'educarono venti generazioni di tiranni e di preti, l'una peggiore dell'altra? Esso depravato, esso corrotto, esso cresciuto all'infamia, e da chi? E qui devo tornare per la millesima volta, al fetido scarafaggio dell'umana famiglia, che tanto serve al dispotismo coll'inganno e colla corruzione del popolo.