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Un irresistibile bisogno di aria libera, di frescura mi aveva spinto a salire su la terrazza. Venere scintillava nel cielo opalino; tutta la campagna attorno era ancora immersa nell'ombra, in una specie di torpore, di dormiveglia, di soddisfazione di benessere, e me ne sentivo compenetrare, quasi quello stato corrispondesse alla mia condizione interiore.

I due uomini scendevano a piedi lentamente dall'altura su cui è posto il villaggio di Rignano. Era l'ora del crepuscolo. Una tinta vermiglia colorava il lembo occidentale del cielo; a levante, dalla parte dell'Adriatico, tremolava sopra un fondo opalino il disco della luna illuminato dai rosei riflessi del tramonto.

E corsero a rivedere gli alberi amici, che sopra uno sfondo opalino mescevano e confondevano in magici archi il loro fogliame, su cui il tramonto gettava un riflesso di luci dorate. E sotto gli archi si stendeva il terreno molle come una corsia di velluto cinereo; parevan più dure e determinate le linee dei fusti, più vaghe e ampie le radure.

Non mi vide. Ah, fu meglio! Roba da niente, direte, solite storie che seguono tutti i giorni, cose che s'incontrano a ogni passo. , è vero. E pur io non potrò mai dimenticare quel triste corteo silenzioso, sotto quel cielo opalino di Giffuni, nell'augusta via fiancheggiata da scure bottegucce e quell'infelice che strappavano al romoroso suo Circo per chiuderlo in un carcere.

Spesso quando Ambra esciva dal bagno, io, chiamato da essa, accorrevo. La trovavo seduta sulla sponda della vasca, avviluppata in una tunica scarlatta di finissima lana. Nella camera vaporavano ancora i caldi fumi dell'acqua. Il sole del meriggio filtrava attraverso le tende di seta gialla e illuminava un pezzo di sapone opalino che appena estratto dal lavacro scivolava da , lentamente, sui gradini di marmo del bagno, come una cosa viva. Io, senza dir parola, poiché gi

Qui la vegetazione è libera, le piante crescono invadendo il regno dell'aria coi robusti polloni e penetrando la terra con le grosse radici: i rami si dividono, si moltiplicano, s'intrecciano allegramente. Le fronde salgono, scendono, fanno capolino dappertutto; sono brune in cima, pallide al basso, e presentano tutte le più delicate tinte del verde, da quello opalino, trasparente, aereo, sino al vigoroso e forte che quasi sembra nero. Il sole manda negli interstizi certi raggi sottili sottili che paiono capelli biondi luminosi, getta in terra tanti cerchietti lucidi che sono la sua piccola e ridente immagine; la luce è buona, la luce è soave nel bosco. Malgrado la stagione avanzata spuntano ancora gli anemoni, protetti dalla frescura, e le lucertoline brillanti schizzano tra le alte erbe i sentieri non sembrano tracciati, vi sono labirinti, crocicchi, salite, discese; ogni tanto un vano azzurro che si allarga, si allarga: è la pianura inondata di luce; è scomparsa, ecco il bosco un'altra volta. Il bosco sorride, parla, canta: si odono dintorno lievi sospiri di benessere, voci indistinte e vaghe, confusi mormorii che sembrano parole di gioia balbettate da labbra infantili. Giungono odori forti e sani, leggermente aspri: sono i profumi energici di quegli alberi vigorosi, è lo scoppio della loro gioventù, è il succhio impetuoso di vita che sale in essi e rompe la corteccia. Calma meravigliosa in tanta vitalit

Il colorito non aveva bianco, rosso, pallido, sibbene opalino, se ci è consentito di foggiare ad epiteto il colore bianco azzurrognolo latteo senza lucentezza di quella pietra che chiamano opale; colorito che sanno indovinare i grandi pittori, e per cui sovente i grami non fanno altro che impiastrare inutilmente la tela.

Questi si levò. Intanto ch'ei si forbisce col fazzoletto la faccia, compone la chioma e fa altre simili smancerìe, tratteniamoci un momento a considerarlo. È del colore degli antichi Cristi di avorio: l'occhio ha spento, opalino come quello del pesce fradicio; i capelli tiene giù ripresi, e lisci da una tempia, e paiono un salice che gli pianga su la testa il cuore e il cervello da gran tempo defunti: muove le braccia come i telegrafi marini: ora si rannicchia con la persona, ora sbalza su, come un serpente di filo di ferro dalle scatole da tabacco. Solo a vederlo di leggieri si comprende come al nascer suo la petulanza, la presunzione e la stupidit

Quella casa era ben cambiata dal primo tempo del suo matrimonio, quando essa regnava con potere assoluto sull’animo di tutti i parenti che andavano a gara per compiacerla, e nel farle omaggio. I più vaghi fiori, e le migliori frutta del giardino erano per lei. Alla colazione ed al pranzo essa trovava ogni giorno davanti il suo piatto un vasetto snello di vetro opalino di Murano colle più belle rose sbocciate al mattino, di tutte le variet