United States or Guyana ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ma anch'essi, i Contingenti, come si usava chiamarli, anch'essi sentivano l'onta di Novara, e fieri e contenti erano venuti a raccogliersi sotto le note bandiere, maestri di guerra, narratori di liete e di dolorose gesta, alle classi più giovani.

La Memoria storica dell'Armaroli fu per molto tempo una delle piú copiose fonti d'informazioni a chi ebbe ad occuparsi dei fatti dell'aprile 1814: dal Jomini, che ne fece larghissimo uso nella sua storia dell'ultima campagna dell'armata franco-italiana , giú giú sino ai piú recenti narratori della fine del Regno italico, tutti si valsero della operetta del senatore maceratese; alla quale si presenta ora, in parte come opportuno riscontro, in parte come necessario correttivo, la relazione particolareggiata che di quelli avvenimenti stese e lasciò ai posteri il collega suo CARLO VERRI milanese . Il patrizio lombardo fu veramente nei moti del 1814 uno dei rappresentanti piú cospicui e sinceri del partito austriaco; meno vigoroso all'operare che non fosse il Guicciardi, giovò piú di lui al trionfo di quel partito rafforzandolo con l'autorit

E noi che per il nostro ufficio di narratori non dobbiamo chiederne mai, ci metteremo a cavalcioni sopra un raggio di sole, come faceva il fantastico Oberon sui raggi di luna, ed entreremo per una finestra, che in quel giorno, a quell'ora, si ritrovava aperta, a ricevere i tiepidi saluti di un'aria ristoratrice.

Queste accuse di Libanio non hanno nessuna sicurezza di indicazione precisa, ed hanno contro di il silenzio assoluto di Ammiano e di Zosimo che, non avendo alcun interesse a tacere le colpe dei Cristiani, non avrebbero esitato a farsene rivelatori, quando fossero provate. D’altra parte, nulla vieta di supporre che, nella confusione della battaglia, fra i nembi di polvere che, a quel che dicono tutti i narratori, oscuravano l’aria, l’imperatore sia stato casualmente colpito da un’asta che non era diretta a lui. Però dobbiamo anche riconoscere che non è fuori affatto d’ogni probabilit

S'intende che i due narratori non si fermavano alla magnificenza delle cose inanimate. Anche gli uomini, laggiù, erano d'una specie insolita; e tra gli uomini il Prete Janni, favolosa figura del Medio Evo, ci aveva la sua parte non piccola. Guglielmo non lo aveva veduto; Battista nemmeno. Personaggi così alti come il Prete Janni non si lasciavano vedere da poveri marinai; ma il grande scopritore del nuovo Mondo , lo aveva veduto, gli aveva parlato a lungo, era stato suo ospite, accolto alla sua mensa, nella sua intimit

A Nello e Carbonin successero altri narratori di cose facete, che lungo sarebbe raccontarle. Tutte però provavano di che classe di gente era composto quel corpo. Prodi, sino all'eroismo, ma non roba d'ordine, come l'intendono i moderati, e sopratutto poco devoti a Madre Chiesa ed a' suoi ipocriti ministri, come lo provarono all'assalto della Colonia¹, avendovi fatto fare da cuoco al reverendo curato, fatta servire a tavola la casta sua Perpetua, ed essendosi rivestitisi quei bei musi di Legionari cogli abiti sacerdotali, con cui funzionarono quella notte, al chiarore delle sacre torcie, al suono dei sacri cantici e colla gola mediocremente lavata dal vino che correva per le contrade della citt

Giuliano non fu lasciato che pochi mesi ad Atene, ma questi pochi mesi hanno avuto, come lo affermano i suoi contemporanei, una grande influenza sull’animo suo. Egli teneva ancora celate le sue convinzioni religiose, ma ciò non gli impediva di infervorarsi negli studi ed anche nella conoscenza dei Misteri, che costituivano il principale atto di culto di quel simbolismo politeista di cui Giuliano voleva fare la religione del mondo. Eunapio, Socrate e Sozomene insistono tutti sull’importanza che ebbe, nella vita di Giuliano, la sua dimora in Atene. Ma i due narratori più autorevoli ed interessanti sono, come sempre, Libanio e Gregorio. Libanio dice che, presentatosi Giuliano ai professori di Atene, e offertosi ad un esperimento, si trovò che ne sapeva più dei maestri, così che «solo di tutti i giovani che accorrevano ad Atene, ne ripartiva, avendo insegnato più che imparato. Pertanto si vedevano continuamente intorno a lui degli sciami di giovani, di vecchi, di filosofi, di retori. A lui guardavano anche gli dei, ben sapendo ch’egli avrebbe risollevato il patrio culto. Quando parlava era, insieme, ammirabile e modesto, poichè, checchè dicesse, subito arrossiva. Di questa sua mansuetudine tutti godevano, e i migliori traevano profitto dai suoi insegnamenti. E il giovinetto aveva intenzione di vivere e di morire in Atene, e ciò gli pareva il colmo della felicit

Signore, non vi sgomentate, che non si fa un corso di estetica. Volevamo, con questo accenno d'infanzia, significarvi che abbiamo a nostre spese imparato a non mettere il naso ne' banchetti di nozze, e che, da uditori diventati narratori, vi facciamo grazia del convito finale. Gi