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»In quella notte, io sergente, era stato incaricato con un picchetto della mia compagnia di pattugliare verso la sinistra della linea di difesa, non lontana appunto dalla casa di donna Rita. Con tutta la disciplina militare dei Legionari quel corpo non mancava d'aver i difetti inerenti ai volontari, cioè: certe licenze che essi, penetrati dalla santit

I progetti si fermarono sopra le due caserme di Serristori e di Cimarra, tenuta dai zuavi la prima, dai legionari di Antibo la seconda.

Roma, nel Campidoglio 4 luglio 1849. Per l'intera Assemblea Il Presidente di Sezione: C. Bonaparte, Il Segretario: Quirico prof. Filopanti. =Garibaldi esce da Roma coi suoi legionari San Marino Morte di Anita Cesenatico= A mezzo giorno del 2 luglio, Garibaldi radunava sulla Piazza del Vaticano i resti della sua divisione, e fatto formare il quadrato li arringò così: «Soldati, io esco da Roma.

Nel fatto d'armi del Dagman, circa 100 legionari Italiani, in quattro sezioni serrate in massa stretta, solida, mobile in tutti i sensi, sostenevano gli urti ripetuti di cinquecento uomini della miglior cavalleria del mondo nelle vaste pianure dell'Uruguay, senza verun ostacolo da ripararsi, e finivano per sbaragliare il nemico, meravigliato da tanto valore.

Poi andò con lui, perdutamente, una sera d’estate. E camminaron per la verde Galilea, nella terra dei cedri e dei carrubi, ove ridono bianche fontane fra i cespugli del mirto selvatico. La sera, presso i campi dei legionari, dormivano sotto il chiarore delle stelle. Allora, nel popolo di Giuda, stava per nascere oscuramente la rivoluzione cristiana.

Per la mina della caserma di Cimarra, ove stanziano i legionari d'Antibo, si ricorse allo spediente di far prendere in affitto da un Augusto Ammaniti alcuni sotterranei a contatto col muro posteriore di essa caserma; vi si tentarono gli apparecchi opportuni, ma non riuscirono.

A questa narrazione fatta da Garibaldi non manca di aggiungere che l'ordine del giorno col quale egli ringraziò i suoi legionari della vittoria riportata, e il decreto, con cui la Repubblica Orientale deliberava ai vincitori di Sant'Antonio imperitura onoranza. Ecco i due documenti: Salto 10 febbraio 1846. Fratelli,

Fin dalla mattina del 15 una colonna di Austriaci forte di duemila uomini era partita da Varese coll'intenzione di attaccare i legionari italiani. Garibaldi era ammalato nell'albergo della Reccaccia posto a piccola distanza da Luino sulla strada di Varese. Medici vegliava per lui. Barricata la strada al di l

Sollevazioni di popoli soggetti, invasioni di popoli stranieri, eserciti fuggenti nelle sconfitte, legioni taciturne nelle marcie forzate di una riscossa o chiassose nel ritorno di un trionfo, legionari mutati in coloni e pellegrini verso le terre loro assegnate dal Senato, carovane di mercanti e di pastori; Galli ed Etruschi, Celti e Veneti, Liguri ed Allobrogi, Insubri e Germani montati su cavalli addestrati nelle guerre o selvaggi ancora della vita libera delle foreste, sopra traini rotolanti su cilindri o carri falcati di battaglia o bighe leggiere o plaustri dipinti trasportanti merci o masserizie, famiglie e tribù, armati ed inermi, uomini e donne; cacciati tutti dall'istinto inconscio della storia, forti, deboli, morenti e morti, tutto è passato per questa strada verso Roma e da Roma verso tutta l'Europa superiore.

E al Vascello le parti erano cambiate. Gli assalitori di prima diventarono gli assaliti; i francesi sboccavano da ogni parte; ma i legionari protetti dal massiccio edificio, convertito in fortezza, folgoravano da cento feritoie la morte. Il Vascello, avvolto da una bufera di fuoco resisteva impavidamente.