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Io ero con Tanara; un bravo uomo, ragazzi, un uomo, del genere del quale ce ne vorrebbe dimolti nella democrazia, uno di quei pochi insomma che si seguono volentieri, quando cominciano a fischiare le palle!.. Tornando a bomba: vi dirò che da Arnay le Duc, girammo come l'Ebreo Errante, per tutti quei paesuoli, sempre in cerca dei Prussiani che non si vedevano mai... Che marcie, figliuoli!.. Non dubitate, che chi potr

Giacomo Pigna aveva un figlio, Giuseppe, col quale i ragazzi andavano a caccia, ora in montagna ed ora in palude, e così si esercitavano alle marcie e al tiro, con grande soddisfazione del capitano. Di tratto in tratto si facevano degli inviti alla villa, per mangiare cogli amici il lepre o la selvaggina.

Chi vuole continuare la guerra contro lo straniero venga con me. Ciò che io offro a quanti vogliono seguirmi eccolo: non paga, onori, stipendi. Gli offro fame e sete, marcie forzate, battaglie e morte. Chi ama la patria mi segua».

Dopo cinque o sei giorni, dacché eravamo arrivati, fummo rallegrati dai concenti più o meno armoniosi di trombe che suonavano marcie Italiane: era la legione Tanara, che veniva per fermarsi qualche giorno in citt

In guerra, nelle marcie di notte, con un obbiettivo qualunque, vi è sempre qualche vantaggio: principalissimo, la sorpresa. Nelle ritirate la possibilit

Terni era il centro di cinque vie; si poteva salire a Foligno, quanto discendere a Rieti; voltare per Narni e Viterbo, come salire a Todi e Perugia. Garibaldi lasciò in ogni passo delle squadriglie per ingannare gl'inseguenti, spinse una avanguardia di cavalli a Todi, e il appresso, 9 luglio, vi si condusse egli stesso col grosso del corpo. Qui le cose cominciavano a volgere male, e l'orizzonte ad intorbidirsi. Il programma di Garibaldi fame, sete, marcie forzate se ebbe applausi quando fu proclamato, accennava man mano a divenire impossibile; anche ai tanti di buona volont

Il Triunvirato illuso che le trattative con Lesseps sarebbero approdate ad una felice conclusione, ordinò che si allestisse in Roma una spedizione per le Marche. Garibaldi fu richiamato, ed egli, saputo il motivo del richiamo ubbidì con gioia, e il 28 di maggio ripassato il confine, con marcie forzate, la mattina del giugno rientrò in Roma.

Da Novara si cominciò a far cammino a piedi. Si entrò a Magenta ancor seminata di brandelli di carne e fumante di sangue: orrendo spettacolo, che pur sollevava gli spiriti! A Milano gran meraviglia per il Duomo, e grande allegrezza per le accoglienze fraterne, più belle a gran pezza del Duomo. E via, il giorno dopo, per correre sulle traccie dei reggimenti, che erano sempre due marcie più in l

L'alba del 22 maggio trovava i Mille a Parco, grondanti d'acqua piovana e molli di fango dalla più disastrosa delle marcie di fianco e se avessero avuto da fare con un nemico più diligente, quel giorno poteva essere funesto ai nostri Argonauti. I cannoni erano smontati, e forse i loro affusti trovavansi a varie miglia di distanza.

Finalmente il giorno del Santo Patrono, quando la banda del capoluogo scatenava sul paese la burrasca delle marcie rauche e tonanti, era lui Gian-Paolo, che durante i silenzi teneva in mano la mazza della gran cassa, pronto a cederla al primo cenno del suonatore.