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Sta nel Palazzo Marino il busto in marmo del Padre Majno, scolpito da Eugenio Pellini. È il Padre Majno dell’ultima fase, della fase di passione. Curva la testa così che il mento viene a toccare il petto: la poderosa fronte a torre sembra crollare. Sulle palpebre quasi chiuse, sulla stanchissima bocca suggellata, un silenzio di dolore senza conforto. Il dolore di Cristo.

Un colore sulfureo circondava le nubi, che si addensavano a ponente, mentre i lampi illumiminavano da lontano le rive della Linguadoca: tutto il resto era avvolto nelle tenebre. In qualche intervallo, un lampo dorava le ali d'un uccello marino che volava nelle più alte regioni, o si posava sulle vele d'una nave in balìa dei marosi.

Non gli restava altro rifugio! A San Marino scioglieva la sua colonna e lasciava libero ognuno di tornare alla vita privata col seguente ordine del giorno: San Marino 31 luglio 1849. Soldati! Noi siamo giunti sulla terra di rifugio, e dobbiamo il miglior contegno ai nostri ospiti. In tal modo noi avremo meritata la considerazione che merita la disgrazia perseguitata.

«Baiardogridò Marino: che precorse Manfredi sotto il castello. Fu sentito un cigolío di chiavacci, un aprire d'imposte, un montare di balestra, e una voce tuonante, che domandò: «Chi viva?» «Viva Svevia, e San Gennaro: cala il ponte, Baiardo; son Marino

Il serenissimo principe Marino Grimani, presa la lettera rispose: «che la dimostrazione così continuata di amore e di ottima volont

A San Marino, vedendo che non v'era più volont

16 Ma saldo all'impeto marino l'Acrocerauno d'infamato nome, sta duro incontra borea il pino che rinovato ha più di cento chiome, che quanto appar fuor de lo scoglio alpino, tanto sotterra ha le radici; come il mio fratello a' prieghi di costei, nido de tutti i vizi infandi e rei.

Questo Zorzi di Fiandra si manifesta se non veneziano, certamente al servizio della repubblica, e la sua scrittura trovasi inserita fra i documenti inediti della preziosa Cronaca di Marino Sanudo, che soltanto in parte fu pubblicata dal Muratori, Rerum italic. script., t.

O possa veder quest'uomo un giorno! Ora mi levo. Sta' ferma: e dell'errar nostro marino l'ultima parte ascolta. Quivi, in questa isola siamo giunti, e quivi io stesso fui tuo maestro e ti giovai pur tanto quanto nessuna principessa che abbia maggior tempo e più libero, ma certo non il divoto precettore. Il cielo vi ringrazi per questo.

La terra nereggiava ancora; ma a grado a grado si fece turchina, azzurra, violetta, e da ultimo, spuntando dal lontano orizzonte marino i primi raggi rossastri del sole, mostrò le sue vette dorate, mentre le coste si andavano tingendo di verde.