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E tornò al prete la dura solitudine: i domestici rifugiati nella stalla, egli in libreria. Se non che, qualche volta, preso dalla impazienza di una voce umana che parlasse, non il gergo valdostano, ma la lingua letteraria, conforto e sollievo del suo spirito, si recava, nelle giornate senza vento, ad un luogo vicinissimo donde sillabando ad alta voce di contro l’Ospizio, le pareti gli respingevano intera e netta ogni parola. L’eco era diventata il suo interlocutore. Una volta, ed era d’estate, lo intesi sfogare con quel docile dialogista certi suoi ardori patriottici d’italiano, offesi dalla impertinenza di alcuni ufficiali francesi passati quel giorno dall’Ospizio. Capitai all’improvviso, mentre scagliava contro l’innocente parete le sue invettive e ne risi; ma quando m’ebbe detto ridendo bonariamente che quell’eco era la sola buona compagnia che egli avesse per otto mesi d’inverno, mi sentii stringere il cuore per la piet

Gli dava un bacio e poi si metteva a sciogliere gl’involti, e sciorinava gli oggetti sul tavolo e sul cassettone, e metteva in mostra le frutta della stagione, e quelle che aveva saputo conservare. In primavera erano fragoloni più grandi delle noci, d’estate ciliege grosse come prugne, prugne grosse come persici, persici grossi come melagrani. D’autunno peri profumati meravigliosi, pomi d’ogni forma e d’ogni colore dal piccolo Appio dolce al rainette grigio del Canad

Capitolo XXII. Tale essendo il lusso del vestire e dell’acconciarsi, facile cosa è lo immaginare la vita alla quale esso dovesse corrispondere. Conversazioni, feste da ballo, teatri, villeggiature si alternavano con feste e spettacoli sacri e passatempi religiosi. D’estate o d’inverno, la giornata era sempre breve, insufficiente alle occupazioni del corpo e dello spirito.

Eccoci tornati alle Bagnères de Bigorre; Madlen è ancor sopra che si veste per l’ora di cena; Lord Pepe... dov’è Lord Pepe? Cos’è accaduto fra voi e Lord Pepe? Una piccola scena?... , una piccola scena di gelosia. Nuvole d’estate nel cielo sereno dell’amore; violente irritazioni che si risolvono in bufere di baci. Ed io ne so la causa; Lord Pepe ha ragione.

D’inverno le vie eran piene di mota; d’estate, di polvere. In una solenne adunanza dell’Accademia del Buongusto nel Palazzo del Principe di S. Flavia, in onore del Marchese di Regalmici, Onofrio Jerico conchiudeva con questa spiritosa sestina una sua laude al riformatore energico della citt

E la sera, talvolta, quando le stelle dei mesi d’estate invadon le celle dei claustri, e trema di folle rinunzia nei monaci la deserta solitudine, io, che discinta e nuda possedetti la folle giovinezza, sentirò il peso di tutta la miseria umana affondar nella cenere del mio cuore spento, e sarò con gli offesi, con gli umili, per sempre, in comunione di dolore.

Poi andò con lui, perdutamente, una sera d’estate. E camminaron per la verde Galilea, nella terra dei cedri e dei carrubi, ove ridono bianche fontane fra i cespugli del mirto selvatico. La sera, presso i campi dei legionari, dormivano sotto il chiarore delle stelle. Allora, nel popolo di Giuda, stava per nascere oscuramente la rivoluzione cristiana.

A Parigi, una sera d’estate del 1900, ella assisteva ad una lezione della novissima Universit

Era una bella notte d’estate. A un’aria fresca, sotto un cielo stellato, per luoghi domestici, il viaggio non potea cominciarsi con migliori auspici. Speranzosi tutti, di forte animo, e uguali e concordi, non avevan neppur pensato ad eleggersi un capo che gli guidasse.

V’entravan d’inverno le bestie selvatiche; d’estate, qualche volta, i pastori. E Bernadette guardava i nudi spini, fioriti per il gelo dell’inverno, simili ad un cespuglio di trina.