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Milia diceva al portinaio: Don Angelo, non lasciate salire alcuno. La signorina è rimasta sola in casa. Io vado per un soldo d'aghi e subito torno. La maestrina, che aveva abbandonato il braccio sulla tavola e schiuse le dita dalle quali era sfuggita la penna, sospirò profondamente. I suoi grandi e dolci occhi azzurrini si velarono, stanchi, fra le ciglia.

Tu non hai cuore per certe cose! disse la Sponzilli, all'improvviso Tu non hai mai amato! Oh, figlia mia! balbettò la maestrina, con tutta la commossa voce del suo cuore pieno di ricordi e di rimprovero. E le carte le sfuggirono di mano, ed ella chinò la testa e si sentì piegare. La Sponzilli era scomparsa.

Di faccia alla finestra ove la servetta s'indugiava era quella della Marangi, la maestrina comunale. A poca distanza dal parapetto, seduta a una tavola sulla quale era pur la piccola macchina da cucire, la Marangi scriveva, piegata su un mucchio di carte. Di volta in volta, sostando, si leccava il medio della mano destra che s'era insudiciato d'inchiostro, e lo fregava a una pezzuola.

Una voce femminile lo chiamò, dal lato del marciapiedi. Cocchiere!... Rocco si volse. Era una signorinella pallida e piccola con certi grandi occhi neri lucenti, vestita di nero: qualcosa tra la maestrina e la cameriera di buona famiglia. Montate! disse Rocco Dove andiamo? Ella rimase in forse un momento. Poi disse: Alla Posta. La vettura si mise in moto. A un tratto il cocchiere gridò: Bada, ohè!

Era forse meglio che morisse addirittura laggiù in quel prato, povero figliuolo! E seguitando ne' suoi pensieri, mentre tornava in traccia della bella americana, almanaccava: Questa rossa, pare una sartina o una maestrina di laggiù, e a giudicare dai capelli dev'essere un diavoletto intelligente, un'anima calda: e come piangeva! sento ancora il calore delle sue lagrimone sulla pelle delle mani.

Appunto.... Fra due amici che da tanto non si sono incontrati, si hanno sempre mille cose da narrarsi!... E fu così, che tra una chiacchiera e l'altra, l'amico mio fu tratto ad espormi, non so proprio più come, anche un caso assai triste, avvenuto allora allora nel suo piccolo paese. Si trattava di una maestrina, una giovane che veniva da Vicenza e che il municipio, sulla fede di eccellenti certificati presentati al concorso, aveva assunto per la scuola popolare del borgo.... Quando ella s'era presentata narrava mio cugino tutti quanti ne avevano avuta una profonda impressione. Era una povera ragazza, bellissima di volto, ma coi segni così vivi di un grande dolore da inspirare in tutti gli animi il più caldo interessamento. Seria, modesta, intelligentissima, s'era data al proprio dovere con la massima solerzia; e tanto più i conoscenti, che aveva gi

E nella poesia della giovane donna, così innamorata, sempre innamorata del vecchio e grande patriotta, al punto di voler essere la sua sola infermiera, al punto di voler raccogliere lei sola, tutti lei, gli ultimi palpiti di quel gran cuore; veniva affatto dimenticata la signorina Cantasirena, la maestrina di canto e di pianoforte, l'amica della Schönfeld.... venivano dimenticate le avventure campestri di Casalbara.

Sei tu? disse la Marangi. Immobile, ritta presso il davanzale della sua finestra, la signorina Sofia la guardava. E tu che fai, Laura? La maestrina sorrise, malinconicamente. Con gli occhi indicò gli scritti sparsi sulla tavola. Non vedi? Correggo compiti. Rimasero mute per un po' tutte e due, contemplandosi. Che fai? disse la Marangi. Nulla. Nulla? Troppo poco... Tu soffri.

L'esistenza, che era obbligata a condurre, la prostrava talvolta in una stanchezza estrema. Dopo una giornata lunga, spesa, dalla prima mattina a tarda sera, ad impartire lezioni di ricamo, di francese, di pianoforte, retribuita scarsamente, in famigliole modeste di borghesucci, di impiegati, di artigiani, cui pareva di spendere un occhio del capo coi pochi centesimi onde pagavano la maestrina, rientrava mezza morta, coi nervi spossati, altrettanto abbattuta dalla continua tensione mentale quanto dallo strapazzo fisico. Poi in altri momenti le lezioni mancavano: veniva l'autunno, si chiudevano le scuole: la gran mania del viaggio, della villeggiatura, cui tutti obbediscono, che invade ora tutte le classi, irresistibilmente, ogni anno, metteva in fuga gran parte, la massima parte, pur di quelle famigliole modeste, presso cui ella andava a dare le sue lezioni. Il suo pane si faceva scarso ed incerto. Indarno ella cercava altri lavori. Mancante d'amicizie, senza appoggi, risoluta a non venir meno, qualunque cosa dovesse costarle, a quel sentimento di dignit

Adriano ritornò al seminario. Vitaliana restò in casa di sua madre, perchè la zia del Sacré-Coeur era morta, e la contessa di Muge si curava poco di fare di sua figlia una maestrina o una beata.