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Deposti i pennelli, poggiata la faccia sulla palma della mano, pensa il povero frate, con gli occhi rivolti al poema del profugo Fiorentino «a cui temprâr l'ingegno e l'amore e lo sdegno». O frate, tu gli hai detto, ammonendolo: O frate, a lui l'esilio E le pugne dell'alma: A te l'obblìo degli uomini E la cristiana calma. Perchè t'alzi a colloquio Col Ghibellin? tu piega La queta fronte, e prega.

Nel XIV secolo, durante l'esilio dei papi ad Avignone, lottarono senza tregua per la signoria su Roma coi potenti Orsini, che d'allora in poi, furono loro costanti nemici ed amici dei papi. Rifulse in questo periodo, quale capo della casa, il vecchio Stefano Colonna. A lui Petrarca indirizzò sonetti ed epistole. Fu in questo secolo che si separarono i due rami di Palestrina e di Paliano.

Lo scandalo aveva dolorosamente ferito la contessa; ma, nonostante, ella aveva seguito lo sbandito, accettando l'esilio. Fuori d'Italia egli si era dato nuovamente alle congiure ed agli amori, tutto quanto. L'anno innanzi un grandioso tentativo rivoluzionario in Russia, da lui ideato e diretto, era stato sul punto di riuscire.

Dopo mille domande e risposte e ragguagli, Manlio volto a Giulia diceva: "l'esilio dunque ci resta, non ci vedo altra via. Questo governo infernale finir

Molti patrizi vi si fecero uccidere, dicesi, sulle lor sedie curuli; altri racchiusersi nella ròcca od arx del Campidoglio, e vi durarono assediati sette mesi; altri si raccolsero fuori in Veio, la nuova conquista; altri intorno a Furio Camillo che n'era stato il conquistatore, e che, invidiato poi, traeva l'esilio in Ardea.

Questi uomini non provenivano da veruna scuola tedesca. Erano tutti di fabbrica paesana. Il De Sanctis, come tutti sanno, usciva dalla Scuola del Puoti. Il poeta dei Giambi ed epodi aveva studiato dagli Scolopi. Il Settembrini s'era tirato su per avvocato, per avvocato il Bartoli, per notaio, e l'esilio gli troncò gli studî, Alessandro D'Ancona. Michele Amari era impiegato alla Tesoreria di Stato in Sicilia, Ruggero Bonghi «o bene o male, venne su da ». Il Comparetti spiccò l'altissimo volo verso il mondo ellenico dagli alberelli e dalle teriache d'una farmacia. Alla stretta dei conti, furono tutti un po' autodidatti, e si fecero, piú che altro, studiando gli autori, allacciandosi alle tradizioni italiane. E ciò non ostante, nessuno vorr

In veritá, quantunque tu a lui ingrata e proterva fossi, egli sempre come figliuolo ebbe te in reverenza, mai di quello onore che per le sue opere seguire ti dovea, volle privarti, come tu lui della tua cittadinanza privasti. Sempre fiorentino, quantunque l'esilio fosse lungo, si nominò e volle essere nominato, sempre a ogni altra ti prepose, sempre t'amò.

«Un giorno, nel 1834, un uomo mi venne innanzi richiedendomi d'ajuto fraterno. Era un proscritto, proscritto da vent'anni, e aveva bevuto a lenti sorsi tutto quanto il calice amaro che l'esilio versa sui poveri e soli. L'avevano sospinto da Berna a Ginevra, da Ginevra in Francia. La Francia lo aveva respinto, perch'ei mancava di carte regolari. Avea ricorso il paese a piedi e trovato un rifugio in Berna dove alcuni Italiani prendevano cura di lui. Fu riconsegnato ai gendarmi e respinto su Ginevra. L

Noi viviamo in tempi, nei quali la dea Fortuna gira assai velocemente la sua ruota; quando s'ebbe mai più di ora materia per dissertare sul vecchio tema de exilio e de varietate fortunae? Gli antichi Romani, da Scipione, esempio dell'esule sereno e rassegnato, molto si distinsero nell'arte di sopportare degnamente l'esilio. Si dice che la religione cristiana e la diffusa cultura abbiano ai nostri tempi reso i dolori più tollerabili che nell'antichit

Anche il Leopardi, sbandeggiato dal tavolino, era tornato sullo scaffale. L'esilio fu invero raddolcito al poeta da una legatura di pelle con fregi d'oro; ma era pur sempre un esilio. Insomma, la crisalide voleva uscire dal bozzolo che ella stessa s'era fabbricato. La sua prima natura, non che tornare, pigliava il sopravvento.