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Si sentiva così stanco; sfinito; le sensazioni gli si sbiadirono. Cadde in un sonno profondo..... Il racconto L'orologio a pendola battè le sei. Il dormiente tirò un profondo respiro, aprì gli occhi, girò attorno lo sguardo smarrito e chiese a stesso: Dove sono? Attorno a lui tenebre fitte; comprese però di trovarsi sul suo letto buono, nella sua stanza. Un sogno! mormorò. Ho sognato.

tempo di riparare alla nostra indifferenza, alla noncuranza spensierata e dannosa, al vergognoso abbandono! La navigazione interna, esercitata coi metodi dei secoli passati, verrebbe irremissibilmente e interamente soffocata, spenta dalle ferrovie! Ma no: essa è Lazzaro dormiente nel sepolcro: lo spirito redentore della modernit

Toccò la fronte e il polso del dormiente, sollevò le palpebre e ne osservò la pupilla volta in su. Per sei ore almeno quest'uomo è segregato dal consorzio dei viventi. Matilde se ne scostò fremendo; sentiva uno spasimo tale di odio, di rabbia, di orrore, che se le fosse bastato dire una parola per incenerire quello scellerato, essa l'avrebbe detta con volutt

Signora Renzi Beatrice (Pausa) Dorme. (Ripiglia un giornale e lo appiccica con uno spillo al paralume, affinchè la luce non importuni la dormiente.

Il largo respirare di Booz dormïente mesceasi de' ruscelli a 'l romor roco e grave. Era nel tempo quando la natura è soave: i colli avevano gigli su la cima fiorente. Ruth pensava; dormiva Booz. L'erbe alte e nere ondeggiavano; in pace respiravan li armenti; una immensa dolcezza scendea da i firmamenti. Era l'ora in cui placidi vanno i leoni a bere.

Quaresima! continuava il nostro campanone, e quasi pareva che la sua voce, come un enorme calabronaccio, ronzasse in ogni casa, sotto ogni letto di dormiente, nella camera ove un era morto qualcuno.

La zia addormentata! e non vedo Dolores! ciò m'insospettisce. Eran le undici della sera, io non fiatavo, e mentre contemplavo la dormiente prestavo l'orecchio per qualche rumore. Un ahi! un lamento!... è la voce vibrante della mia donna, che mi sconvolge sino nell'ultima latebre dell'anima. Mi slancio verso la porta della stanza di lei! Era chiusa!

Quando essi giunsero alla mèta, il Ristabilito a pena potè trattenere una esclamazione di gioia accorgendosi dell’uscio aperto. Una perfetta quiete regnava nella casa, se non che si udiva il profondo russare del dormiente. Ciávola salì primo le scale, seguíto dall’altro. Ambedue, al fievolissimo lume che entrava pe’ i vetri, scorsero subito la forma vaga del porco in su ’l tavolo.

Fatto sta, che nello stesso istante, nel quale le campane cessano di suonare, il volto del dormiente prende l'antica espressione di terrore e le sue labbra si schiudono all'antico gemito doloroso, fugato dal suono dei sacri bronzi. Un infermo? No, che sul comodino non ci sono boccette di medicine, scatole con pillole, polverine. Ed allora?

Mi avanzai verso il santuario, con cautela. Prevedendo il caso che mia madre dormisse, camminavo piano per non disturbarla. Discostai le portiere, mi affacciai dalla soglia. Udii infatti un respiro di dormiente. Vidi mia madre addormentata su una poltrona accanto alla finestra; vidi, fuor della spalliera d'un'altra poltrona, i capelli di Giuliana. Entrai.