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Ora Booz inconscio dormiva sotto i cieli; Ruth inconscia attendea, con pia serenit

Così Booz parlava, ne la misteriosa notte, e a Dio volgea l'occhio inerte; però che l'alto cedro non sente a 'l suo piede una rosa e non sentiva Booz una donna a 'l suo piè. Mentre Booz dormiva, Ruth, una moabita, s'era distesa ai piedi de 'l vecchio, nuda il seno, sperando un qualche ignoto raggio o ignoto baleno se venìa co 'l risveglio la luce de la vita.

Ora Booz dormiva ne la notte tra i suoi. Presso le mole simili ne l'ombra a monumenti, i mietitori stavano distesi, come armenti stanchi. E questo era in tempi lontanissimi a noi. Le tribù d'Israello avean per capo un saggio. La terra, esercitata da una gente errabonda che ignote orme giganti scoprìa ne 'l suo passaggio, tutta era molle ed umida pe 'l diluvio e feconda.

E mormorava Booz, sotto le verdi foglie: Come può mai, Signore, questo dunque accadere? Su 'l mio capo fiorirono ottanta primavere: ed io non ho figliuoli, ed io non ho più moglie. Da gran tempo colei che meco ebbi giacente ha lasciato il mio letto pe 'l tuo letto, Signore; e noi siam l'una all'altro ancor misti d'amore, ella pur semiviva ed io quasi morente.

Ed or giaceva alfine Booz, presso le staia ricolme di fromento, ne 'l consueto letto. Possedea grandi il vecchio campi d'orzo e di grano al sole; e prosperavano i suoi campi in dovizia. Se ben dovizioso, era mite ed umano il vecchio; e incline avea l'animo a la giustizia.

Come Jacob e Judith, con le pálpebre chiuse Booz giacea ne 'l grave sonno patriarcale. Or la porta de 'l cielo su 'l suo capo si schiuse e ne discese un sogno. Ed il sogno fu tale: Booz vide una quercia fuor de 'l suo ventre in piena vita sorgere e lenta giugner l'ultimo lume. Una stirpe di umani vi s'ergea, qual catena: un re cantava a 'l piede, moriva in alto un nume.

La casa è bianca nella luna piena dalla soglia di pietra alla cimasa. Anche l’aia ha un immobile pallore estatico, un candor di nevicata. Lasciami presso il cane, accovacciata col viso a terra. Ho stanco il corpo e il cuore. Lasciami presso il cane, sulla soglia di pietra. Non cacciò dal suo felice campo Boòz la pia spigolatrice che venne a lui così sperduta e spoglia.

La colonna che guardava al mezzodì ebbe il nome di Iachin, e quella che guardava il Nord portava il nome di Booz. Queste due colonne unitamente a tutti gli altri oggetti in rame, furono lavorati sotto la direzione di un artista fenicio nomato Hhiram, chiamato espressamente da Tiro, e che era figlio d’un Tiro e di una donna ebrea, della tribù di Neftali.

Il largo respirare di Booz dormïente mesceasi de' ruscelli a 'l romor roco e grave. Era nel tempo quando la natura è soave: i colli avevano gigli su la cima fiorente. Ruth pensava; dormiva Booz. L'erbe alte e nere ondeggiavano; in pace respiravan li armenti; una immensa dolcezza scendea da i firmamenti. Era l'ora in cui placidi vanno i leoni a bere.

Scendi con pace; che al novel tempo da te nudriti, lungo il pian ridesto, corran qual greggia obedïenti i fiumi. Ella cavalca, lungo il reo padule; e dietro; a paro, su due bianche mule seguon due vecchi, gravi e taciturni. Disegno di MARIO DE MARIA. Ora Booz giaceva, stanco le braccia e il petto, però che faticato avea molto su l'aja.