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Si toccò Argasamilla di Alba, dove Don Chisciotte nacque e morì, e dove il povero Cervantes, esattore del gran priorato di San Giovanni, in nome del magistrato speciale di Consuegra, fu arrestato dagli irascibili debitori, e tenuto prigione in una casa che, a quanto si dice, esiste tuttora, e nella quale è fama egli concepisse il disegno del suo romanzo. Passammo accanto al villaggio di Val de Peñas, che d

Invece della casa del Cervantes, trovai, di a poco, quella dove nacque don José Zorilla, uno dei più valenti poeti spagnuoli di questi tempi, vivo tuttora, da non confondersi, come fanno molti in Italia, collo Zorilla capo del partito radicale; benchè della poesia in testa ce n'abbia anche questi, e la sparga a larga mano ne' discorsi politici, con rinforzo di alte grida e di gesti furiosi. Don José Zorilla è nella letteratura spagnuola, a parer mio, un po' più di quello che nell'italiana è il Prati, col quale ha molti tratti di somiglianza: il sentimento religioso, la passione, la fecondit

Nel caso di Pierre Loti noi vediamo l'influenza d'un'altra causa. Come artista, egli ama e difende la vecchia Spagna pittoresca, cavalleresca e poetica, la Spagna di Cervantes e Lope de Vega, di Velasquez e di Murillo; la Spagna di Granata e dell'Escurial.

E quella stessa alterezza l'hanno dei loro scrittori e dei loro artisti. L'accattone invece di dir España, vi dice qualche volta la patria de Cervantes. Nessun scrittore al mondo ebbe mai nel suo popolo la popolarit

Capisco queste prodezze da eroe di Cervantes, rispose egli con accento sarcastico, quando chi parla è l'amante di Dulcinea. Non è egli vero, marchesa del Toboso? Queste ultime parole erano rivolte a Lilla, che si nascose il volto tra le palme. Vigliacco! gridò lo sconosciuto. E avanzandosi minaccioso contro Bonaventura, alzò il braccio sopra di lui.

Così ebbi agio di considerar per bene la figura stranissima del medico. Dissi stranissima; ma in questo caso la parola va presa nel suo senso più artistico e più nobile, giacchè, una volta diviso dalla sua rozza, quell'uomo presentava un aspetto le mille miglia lontano dal ricordare l'eroe di Cervantes.

Attraversammo la Mancia, la celebrata Mancia, teatro immortale delle avventure di Don Chisciotte. È tal quale io me l'immaginava: ampie pianure nude, lunghi tratti di terreno sabbioso, qualche mulino a vento, pochi villaggi meschini, viottole solitarie, casuccie abbandonate. Vedendo quei luoghi, provai quel vago senso di malinconia che desta sempre in me la lettura del libro del Cervantes, e ridissi a me stesso quello che, leggendo, mi dico sempre: Costui non può far ridere, o sotto il sorriso fa spuntare la lacrima. Don Chisciotte è una figura mesta e solenne; la sua pazzia è un lamento; la sua vita è la storia dei sogni, delle illusioni, dei disinganni, delle aberrazioni di tutti; la lotta della ragione coll'immaginazione, del vero col falso, dell'ideale col reale; tutti noi abbiamo del Don Chisciotte, tutti noi prendiamo dei mulini a vento per giganti, tutti noi siamo a volta a volta spinti in su da un impeto d'entusiasmo, e ricacciati giù da una risata di scherno; tutti siamo un misto di sublime e di follia; tutti sentiamo con amarezza profonda il contrasto perpetuo tra la grandezza delle nostre aspirazioni e la debolezza delle nostre facolt

Entrando nella mia camera, domandai al cameriere chi fossero due cosi che avevo osservato fin dalla sera prima, appesi alla parete, che mostravano d'aver non so qual pretensione di passare per due ritratti. "Caramba!" mi rispose "nada menos que los hermanos Argensola," aragonesi, nativi di Barbastro, "dos de los mas afamados poetas de España!" (Afamados per chi non lo sappia non vuol dire famelici, ma famosi.) E furono tali davvero i due fratelli Argensola, due veri gemelli letterarii, che ebbero la stessa indole, studiarono le stesse cose, scrissero nel medesimo stile, puro, sobrio, forbito, facendo argine con tutte le loro forze al torrente del cattivo gusto che cominciava ad invadere, ai loro tempi, sulla fine del secolo decimosesto, la letteratura spagnuola. L'uno morì a Napoli, segretario di Stato del Vicerè, l'altro a Tarragona, prete; e lasciarono tutti e due una fama onorata e cara, alla quale il Cervantes e il Lopez de Vega apposero lo splendido suggello della loro lode. I sonetti degli Argensola sono annoverati tra i più belli della letteratura spagnuola, per argutezza di pensiero e nobilt

Uscendo, incontrai un prete e gli domandai dov'era la casa che aveva abitato il Cervantes. Mi rispose ch'era nella strada Cervantes e m'indicò da qual parte dovevo passare; lo ringraziai, mi domandò s'ero straniero, risposi di ; "de Italia?" "de Italia." Mi diede un'occhiata da capo a piedi, si levò il cappello e tirò via per la sua strada. Mi mossi anch'io, in senso opposto, e mi venne un'idea: Scommetto che s'è fermato per vedere com'è fatto un carceriere del Papa; mi voltai, ed egli era proprio l

La poesia spagnuola, o piú precisamente castigliana, vanta per sua prima opera il Poema del Cid, composto, a quel che pare, verso la metá del secolo decimo secondo . Allora, in mezzo alla confusione delle lingue, cagionata dalle invasioni dei barbari del nord, cominciava a pigliar forma alcuna quellidioma romanzo», che doveva spiegare poi tanto splendore e tanta maestá negli scritti di Garcilaso, di Herrera, di Rioja, di Cervantes, di Mariana.