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E di vero, il vanitoso Presidente non pensava se non alla sua libera passeggiata nello spazio libero tra le due file di carrozze; pure stavolta il Lopez riproduceva sic et quatenus gli ordini dei suoi predecessori.

E poichè in Palermo era il Balio e Ricevitore di Malta, così sovente la funzione veniva da esso compiuta in forma di ambasceria: e per lungo tempo Gioacchino Requesenz dei Principi di Pantelleria rappresentò l’Ordine in faccia al Caramanico Vicerè ed al Lopez Presidente del Regno.

Sapevan tutti un po' d'italiano, ed erano amantissimi della nostra poesia; così che per ore e per ore non si faceva che declamar versi, essi dello Zorilla, dell'Espronceda, del Lopez de Vega, io del Foscolo, del Berchet, del Manzoni; intercalati, con una sorta di gara, a chi ne diceva di più belli. È un sentimento nuovo quello che si prova dicendo versi dei nostri poeti in un paese straniero.

E scrisse Pasqual Lopez, autobiografia d'uno studente di medicina, con lo stile un po' arcaico e ricercato messo allora in voga dal Valera come reazione contro la sciattezza di lingua e di stile che deturpava la letteratura castigliana. La scrittrice però si ricordò in tempo del precetto del favolista spagnuolo di non parlare oggi come al tempo del Cid Campeador.

A tanta mole quasi bastò un matto; e questi fu Inigo, o vogliamo dire Ignazio Lopez di Recalde nato a Loiola nella Guipuscoa.

Intanto, alle sventure domestiche, si aggiungevano una lunga malattia e un furto che lo metteva sul lastrico. I ladri gli avevano svaligiato completamente la casa, portandogli via trecento ducati di laboriosi risparmi, biancheria, vestiti, arnesi. Senza l'aiuto dell'arcivescovo Lopez, il Meli sarebbe morto quasi di fame.

Lopez y Royo godeva il diritto di «scegliere ogni giorno per servizio della sua casa un giovenco»; e, con le ultime riforme governative, soppresso questo diritto, riceveva un compenso annuale di onze 324,22,4¹⁴⁹. La Giunta esaminava e deliberava questo pagamento all’Esattore degli introiti dell’Arcivescovo-Presidente. ¹⁴⁹ Provviste, 1798-99, p. 48.

La famiglia De Boni, il terribile Sindaco, l'abatino, il caffè di Zugliano, il signor Intendente, quel misterioso De Emma, passarono nel mio cervello come in una lanterna magica, a due, a tre, a quattro, isolati, tutti insieme. mischiandosi, urtandosi, fuggendosi, fondendosi, come un imbroglio degno delle più romantiche giornate uscite dalla fantasia di Calderon de La Barca o di Lopez de Vega.

L’Arcivescovo e Presidente del Regno Lopez potrebbe metter fine allo scandalo, ma non volendo guastarsi col Pretore, ha legate le mani al Capitano, lasciando per tal modo crescere in arroganza la turbolenta artista.

Potrebbe supporsi che di Presidenti o di Vicerè avidi di danaro non ve ne fosse che uno, il Lopez; ma affrettiamoci a dirlo: questo sarebbe una offesa agli altri padroni napoletani.