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Mi guardò, come stupita dell'atto; sorrise con indicibile grazia, e mormorò nella sua lingua: « Molto gentile! «Tanto tempo addietro, a scuola, io avevo studiato quel nordico idioma, ma per mancanza di esercizio lo avevo quasi del tutto disimparato: ad un tratto l'espressione adatta alla circostanza mi salì alle labbra: « Doveroso semplicemente!...

E, lungamente avendo premeditato quello che in essa volesse descrivere, in fiorentino idioma e in rima la cominciò: ma non avvenne il poterne cosí tosto vedere il fine, come esso per avventura imaginò; percioché, mentre egli era piú attento al glorioso lavoro, avendo giá di quello sette canti composti, de' cento che diliberato avea di farne, sopravvenne il gravoso accidente della sua cacciata, ovver fuga, per la quale egli, quella e ogni altra cosa abbandonata, incerto di se medesimo, piú anni con diversi amici e signori andò vagando.

Muovon molti, e intra essi alcun savi uomini, una quistion cosí fatta: che, conciofossecosaché Dante fosse in iscienza solennissimo uomo, perché a comporre cosí grande opera e di alta materia, come la sua Comedia appare, si mosse piú tosto a scrivere in rittimi e nel fiorentino idioma che in versi, come gli altri poeti giá fecero. Alla quale si può cosí rispondere.

Poi spicco l'ali dall'oscuro nido E, librandomi in ciel, nel volo immenso Saluto il mondo con superbo strido... È allor che canto e penso. Autunno 1875. Gli amanti passeggiavano mentre cadeva il sole; Mormoravan le labbra portentose parole; Un inno solo dalle labbra uscia, Un inno che diceva: La parola dell'uomo è melodia, Che sovra ogni idïoma si solleva!

Scriverò adunque in istilo assai umile e leggiero, peroché piú sublime nol mi presta lo 'ngegno, e nel nostro fiorentino idioma, accioché da quello che Dante medesimo usò nella maggior parte delle sue opere non discordi, quelle cose, le quali esso di onestamente tacette, cioè la nobiltá della sua origine, la vita, gli studi e i costumi; raccogliendo appresso in uno l'opere da lui fatte, nelle quali esso chiaro ha renduto a' futuri.

Delle quali la prima è per fare utilitá piú comune a' suoi cittadini e agli altri italiani: conoscendo che, se metricamente in latino, come gli altri poeti passati, avesse scritto, solamente a' letterati avrebbe fatto utile; scrivendo in volgare fece opera mai piú non fatta, e non tolse il non potere esser inteso da' letterati, e mostrando la bellezza del nostro idioma e la sua eccellente arte in quello, e diletto e intendimento di diede agl'idioti, abbandonati per adrieto da ciascheduno.

Questi ed altri dotti, tipi di cavalieri antichi, modelli perfetti di sacerdoti e di amministratori, noi li abbiam visti nei sodalizî intellettuali attendere alla illustrazione delle cose patrie, al progresso delle scienze e delle terre, allo studio del natio idioma.

MERLINO. Quanto al cantare non ho io giá da imitare Virgilio, quando che del mio idioma, lo quale sopra tutti li altri appresso di me vien reputato nobile, io non mi tegna aver superiore alcuno; ma quanto al cacare, non voglioti rispondere altrimente, perché, se ne l'opera mia son stato io sin a li galloni in quella tal materia puzzolente, tu, Limerno mio, sin a gli occhi ti vi sei lordamente voltato.

Passeggio svagolato sul Quai: sento fermarmi, mi volto credendo ravvisare un amico e invece vedo un vecchio di fisonomia rispettabile, che porta all'occhiello la fettuccia rossa della legione d'onore. Siete Italiano?.... Mi domanda nel nostro idioma. Sissignore, rispondo Volete venire a farvi il ritratto? Io lo sbircio bene bene, e quasi quasi suppongo che sia un pazzo.

5 E poi che venne il chiaro e lucente, tutto cercò l'esercito moresco: e ben lo potea far sicuramente, avendo indosso l'abito arabesco; ed aiutollo in questo parimente, che sapeva altro idioma che francesco, e l'africano tanto avea espedito, che parea nato a Tripoli e nutrito.