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Pure la melodia è diversa, non solo dalla nostra, ma anche da quella italiana, perchè suona proprio secondo il gusto asiatico, nel modo che l’arte chiama moll minore, più meno che io la udii sulle rive del Bosforo. Essa fu importata dagli Arabi o dagli Aragonesi, che ancora più lungamente tennero il dominio della Sicilia»³⁵⁵.

Vedremo tra poco questi primi Normanni dar troppo male la loro erede a un figlio d'imperatori tedeschi, svevi; e gli Svevi poi, come imperatori, naturalmente aspirare a tutta Italia, a mezzo mondo, e soccombere a quel peso, aggravato, pigiato lor sulla testa, per vero dire, dalle nemiche mani de' pontefici; poi soccombere gli Angioini al proprio mal governo, alle proprie divisioni; e spengersi gli Aragonesi nella prima casa d'Austria; e questa da , felicemente questa volta, ché il bel Regno, rimasto provincia lontana per due secoli e piú, ritornò a indipendenza sotto a' Borboni; e passare non senza splendore un Napoleonide, ma spegnersi con Napoleone; e ritornare i Borboni, che Dio voglia far degni di durare.

Non bisogna dimenticare che gli Aragonesi, gli Estensi, i Riario, i Bentivoglio, gli Sforza, i Comuni, i Pontefici, le Repubbliche, tutti erano egualmente subdoli e feroci. Il pugnale e il veleno erano in fondo a tutti gli amori e a tutte le diplomazie.

Ma i due nemici re tuttavia sceneggiavano. Pietro, di Sicilia commise ad Alfonso in Aragona, che scegliesse i campioni; che ne scrisse poi cencinquanta, perchè in ogni caso non mancassero i cento; ed eran Catalani, Aragonesi, Italiani, Siciliani, Alamanni, e anco un figliuol del re di Marocco, disposto a convertirsi alle fede di Cristo se n'uscisse con vittoria. Carlo dal suo canto fabbricar facea a Parigi cento armadure finissime; e, partitosi da corte di Francia, tutto ordinava al duello, o a farne mostra; e raccolse infino a trecento campioni, per la ragion medesima dell'avversario; che de' cento primi, sessanta eran Francesi, Provenzali il resto. Vi si pose in lista ancora Filippo; e a tutti i suoi baroni comandò si trovassero al duello : onde tal romore ne corse per lo reame, che in ogni luogo la nobilt

Gli aragonesi, rimasti liberi per la pace del 1303 tra i re di Sicilia e di Puglia, formarono fin d'allora una numerosa compagnia, che fu detta con parola araba degli «almogavari»; ma questi non piombarono sull'Italia, furono a guerreggiare, pirateggiare, conquistare e perdersi tra latini e greci dell'imperio orientale.

Questi s'allearono co' greci e con gli aragonesi, e capitanati tutti da Niccolò Pisani grand'uomo di mare, combatterono una gran battaglia nel Bosforo contro a' genovesi capitanati da Paganino Doria, altro grande . Vinsero i genovesi, e fatta pace co' greci continuaron la guerra co' veneziani. Ma furono vinti dai pisani alla Loiera nel mar di Sardegna , e allor fu che diedersi al Visconti.

Se v'è un proverbio insolente e bugiardo, è quell'antico proverbio spagnuolo che dice: in Valenza la carne è erba, l'erba è acqua, gli uomini son donne e le donne nulla. Lasciando da parte quella della carne e dell'erba, ch'è un bisticcio, gli uomini, specie del basso popolo, sono alti e robusti ed hanno un aspetto ardito quanto i catalani e gli aragonesi, con qualcosa di più vivo e di più luminoso negli occhi; e le donne sono per consentimento di tutti gli Spagnuoli e di quanti stranieri hanno viaggiato in Spagna, le più classicamente belle del paese. I valenziani, i quali sanno che la costa orientale della penisola fu prima occupata dai Greci e dai Cartaginesi, dicono: è chiaro! Aqui se quedó el tipo de la belleza griega. (Qui rimase il tipo della bellezza greca.) Io non ardisco dire no, perchè il definire la bellezza delle donne d'una citt

In sul principio di esso si accrebbero da noi i mercenari e venturieri stranieri, degli aragonesi raccolti al soldo di Federigo re di Sicilia, e poi de' tedeschi venuti a preda con Arrigo VII e Ludovico il bavaro imperatori.

Ma quando, dopo la rotta dell'esercito francese, gli aragonesi risalirono al trono, egli fu preso, nonostante la sua capitolazione, nell'agosto del 1496 e rinchiuso in un carcere. Così volle papa Alessandro VI che in seguito alla restaurazione napoletana, si era prefisso di sradicare dal suo territorio tutti i baroni romani.

Stanno intorno ad esso le torri aragonesi che Ferrante pose a difesa della Porta Capuana: ora, sul cielo perlaceo, que' baluardi si stagliavano con un colore plumbeo rilevato da un fitto d'erbe selvagge ch'erano rampollate ne' loro crepacci e prosperavano sulla lor cresta interrotta. Da case e da fucine invisibili altre colonne di fumo, più lontane e sottili, salivano ritte nell'aria: la citt