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Brulica nell’ampio corso la folla di cavalieri e di dame, di borghesi e di signore, di maestri e di donnicciuole. Preti e frati, impiegati e professionisti, soldati e studenti, monachelle e pinzochere animano la scena componendo e scomponendo, come in un caleidoscopio, gruppi multicolori e distinti⁵⁰³. ⁵⁰³ Vedi il cap.

Per la prima volta, dacchè si è seduto in faccia al signor Asdrubale, Donato gira l'occhio intorno; l'ampia sala brulica di gente affannosa; dal tavoliere di Valente si stacca ogni tanto uno che si rasciuga la fronte e stropiccia la pezzuola, e stringe le labbra nascondendo male il dispetto. Donato scampa a quella miserabile vanit

Senza dirle nulla, invece di andare verso il Chiatamone, portandosi la fanciulla a braccetto, egli le fece discendere la scala che porta alla via inferiore di Santa Lucia, donde si va ai bagni la mattina; dove i vaporini approdano, dove approdano i barcaiuoli, con le barchette, dove sono le sorgenti dell'acqua sulfurea: ivi, su quella lingua di terra, brulica una folla di marinai, di pescatori, di donnette popolane, e una trattoria ha le sue tavole, quasi quasi sino all'acqua nera della riva; i bevitori di acqua sulfurea vi mettono le loro sedie di paglia, e i bimbi vi vendono le ciambellette brusche.

Intorno intorno a lui un corruscar di faville e di fiamme verdi, brune e sanguigne. Un mar di fuoco presso presso gli ondeggia d'ogni lato; e dentro vi brulica la ciurma infernale. In un subito mille veltri infernali prorompono aizzati a fracasso su dalla voragine. Via precipitoso egli si scaglia attraverso i boschi, attraverso la campagna; e fugge mettendo lai e ululati. Ahi, me misero! misero!

In eterno! A te! Lo conducono all'uscio; questo si apre, ed egli vede sorpreso, colpito, meravigliato, l'infinita estensione del circo, la gigantesca elisse, dalle innumerevoli gradinate di legno, sulle quali si agita una folla mai ferma, che brulica, grida, si contorce, batte le mani, chiede morte, sangue, vuole vedere morti, molti morti.

Bimbi, cavalli e monaci, Soldati e marinari, Dame, accattoni e lazzari, Ganimedi e somari, Cocchi, carri e curricoli, Mercajuoli ed artieri, Un mondo indefinibile Brulica nei quartieri. I confratelli, in candidi Lenzuoli imbacuccati, Colle faci precedono I feretri dorati; E intanto, sotto i portici, Trofei multicolori, S'innalzano a piramidi Frutta, legumi e fiori.

Ecco gli eroi. D'intorno a quel gigante Trofeo di gloria, per lo piano immenso, Vario di cor, di lingua e di sembiante, Corre, brulica, ondeggia il popol denso. Gi

Si vede in fondo alla chiesa qualcosa di nero che brulica intorno alla porta: è una compagnia di soldati che entra. Quei colossi di angeli che reggono la pila dell'acqua benedetta sembrano due giocattoli da ragazzi. In vari punti ci sono dei soldati che si chinano a guardare sul pavimento: guardano le indicazioni della lunghezza delle più grandi basiliche del mondo. Quale arriva a met

Arriviamo finalmente sulla Senna. Che largo e sano respiro! E come è sempre bella questa grande strada azzurra che fugge, riflettendo i colori allegri delle sue mille case galleggianti, fra le due alte rive coronate di colossi di pietra! Davanti e dietro di noi i ponti lunghissimi confondono i loro archi d'ogni forma, e le strisce nere della folla che brulica dietro ai loro parapetti; sotto, i battelli stipati di teste s'inseguono; frotte di gente scendono continuamente dalle gradinate delle rive e fanno ressa agli scali; e la voce confusa della moltitudine si mesce ai canti delle mille donne affollate nei lavatoi, al suono dei corni e delle campanelle, allo strepito delle carrozze dei quais, al lamento del fiume e al mormorio degli alberi delle due rive, agitati da un'arietta vivace che fa sentire la freschezza della campagna e del mare. Anche la Senna lavora per «la gran festa della pace» e par che spieghi più benevolmente dell'usato, in mezzo alle due Parigi che la guardano, la sua maest